Penale

Configurabilità del reato di oltraggio a un magistrato in udienza

immagine non disponibile

a cura della redazione PlusPlus24 Diritto

Oltraggio a un magistrato in udienza - Bene giuridico tutelato - Scriminante del diritto di critica - Esclusione.
La ratio dell'art. 343 c.p. risiede nella tutela dello Stato nell'esercizio della funzione giudiziaria e il bene giuridico presidiato consiste non tanto e non solo nell'onore e nel prestigio del magistrato, inteso quale persona fisica materialmente destinataria della contumelia, bensì, e in primo luogo, nell'ordinato esercizio dell'amministrazione della giustizia da parte dello Stato - e per esso da parte dei magistrati che lo rappresentano in udienza. (Nel caso di specie è stata esclusa l'applicabilità della scriminante del diritto di critica in quanto le espressioni offensive e oltraggiose pronunciate durante la lettura del dispositivo della sentenza risultavano dirette a colpire il magistrato nell'esercizio delle sue funzioni).
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 28 novembre 2019 n. 48555

Oltraggio a un magistrato in udienza - Offesa dell'onore e del prestigio del Magistrato - Contenuto.
Il reato di oltraggio a magistrato in udienza risulta integrato allorché la condotta sia riconosciuta come idonea a compromettere quei requisiti di efficacia e di autorevolezza che devono assistere l'azione del magistrato, non essendo indispensabile che la condotta sia da esso direttamente percepita, ma occorrendo che la stessa sia di per sé tale da determinare quelle condizioni di pregiudizio che valgono a offendere il bene tutelato dalla norma incriminatrice.
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 16 novembre 2018 n. 51970

Oltraggio a magistrato in udienza - Circostanze aggravanti - Attribuzione di un fatto determinato - Condanna - Presupposti - Plurioffensività della condotta oltraggiosa - Criteri.
Poiché il bene giuridico primariamente tutelato dall'articolo 343 c.p. è il buon andamento della pubblica amministrazione della giustizia - sub specie di corretto svolgimento del contraddittorio tra le parti in udienza, in quanto strumentale al libero e sereno esercizio del potere-dovere di ius dicere - il carattere offensivo delle espressioni rivolte a un magistrato in udienza deve essere valutato non già sulla base della soggettiva percezione di quest'ultimo, bensì alla stregua della loro oggettiva capacità di incidere negativamente sul prestigio della funzione giudiziaria e sulla correttezza del contraddittorio e di compromettere in tal modo la libertà e la serenità del giudizio.
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 28 marzo 2017 n. 15524

Reati contro la pubblica amministrazione - Oltraggio a un magistrato in udienza - Fattispecie.
Integra il reato di oltraggio a un magistrato in pubblica udienza il comportamento dell'avvocato che, nel corso dell'udienza, rivolga ripetute contestazioni al presidente del collegio sul modo di condurre l'udienza al punto di esortarlo ad abbandonare il dibattimento, per avere consentito eccessiva libertà al pubblico ministero, facendo illazioni e lasciando intendere che tale incapacità di arginare il pubblico ministero potesse derivare da problemi particolari del giudicante nei confronti del rappresentante dell'accusa: trattasi di un comportamento gravemente insinuante e idoneo a generare dubbi sull'imparzialità del giudice, che si risolve in un attacco alla sua persona, non potendosi ritenere che costituisca solo una mera critica, diretta a contestare la legittimità o l'opportunità del comportamento del giudicante.
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 17 maggio 2016 n. 20515

Oltraggio a un magistrato in udienza - Critica del provvedimento giudiziario - Reato - Insussistenza - Fattispecie.
Le espressioni di critica a un provvedimento del magistrato, laddove siano immediatamente percepibili come un giudizio che investe la legittimità o l'opportunità del provvedimento in sé considerato, e non la persona del magistrato in quanto tale, non possono integrare il reato di oltraggio (nella specie, a magistrato in udienza ex articolo 343 del Cp): ciò in quanto il rispetto, di cui tutti i pubblici funzionari devono essere circondati, non equivale a insindacabilità. (Nella specie, è stato escluso il reato nella condotta di un imputato che, nel corso di un'udienza davanti alla Corte di assise ove rispondeva di gravi reati, aveva reso a verbale dichiarazioni spontanee affermando che il processo era «un complotto tra falsi pentiti, compresi i pubblici ministeri», tanto che, all'esito del giudizio di merito, era stato condannato per i reati di calunnia e, appunto, di oltraggio a magistrato in udienza).
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 20 maggio 2011 n. 20085

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©