Giustizia

Consiglio di Stato, aperto l'anno giudiziario con l'insediamento del nuovo presidente Maruotti

L'accesso alla giustizia amministrativa va maggiormente garantito e per la presidente del Cnf il contributo unificato deve tornare a mera imposta

di Paola Rossi


Si è aperto il nuovo anno giudiziario della giustizia amministrativa del Consiglio Stato con l'insediamento del presidente Maruotti, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con gli auguri di avvio del sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Antonio Mantovano. Presente anche il Presidente della Corte costituzionale. Durante la cerimonia a Palazzo Spada sono stati presentati la Relazione sull'attività della Giustizia Amministrativa relativa al 2022 e gli interventi del sottosegretario Mantovano, quello del presidente Luigi Maruotti, dell'Avvocato generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli e del Presidente del Consiglio nazionale forense Maria Masi.

Il nuovo presidente
Durante la relazione il neo Presidente Luigi Maruotti ha ribadito che il giudice amministrativo in quanto giudice nei rapporti tra Pa e cittadini deve garantire una leale collaborazione con le altre parti del processo e la sintenticità degli atti giudiziari per i fini di economia processuale. Il giudice amministrativo di fatto è diventato anche "giudice dell'economia" e "garante" degli interessi legittimi fondamentali. Nel richiamare poi l'intervento del Presidente Mattarella all'inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione dove ha definito la magistratura pilastro fondamentale della società civile, Antonio Mariuotti ha sottolineatp l'importanza di un approccio etico del giudice amministrativo.

Mariuotti ha rivestito diversi ruoli nell'Avvocatura Generale dello Stato a partire dal 1981, prima come Procuratore dello Stato poi come Avvocato dello Stato. Dal 1984 è stato magistrato amministrativo presso il Tar Puglia e il Tar Campania e poi dal 1989 Consigliere di Stato. Nel 2010 nominato Presidente di Sezione del Consiglio di Stato e poi titolare della Terza, Quarta, Quinta e Sesta Sezione. Dal 25 febbraio 2022 è stato Presidente Aggiunto del Consiglio di Stato, fino alla nomina, lo scorso 20 gennaio a Presidente del Consiglio di Stato. La sua carriera annovera la docenza in diversi corsi di livello postuniversitario, la redazione di testi giuridici e oltre un centinaio di pubblicazioni sul diritto civile, penale e amministrativo.

Il presidente Maruotti ha concluso ripercorrendo il ruolo delle sezioni consultive del Consiglio di Stato nell'iter di aggiornamento delle norme, come il lavoro svolto per la redazione del nuovo codice dei contratti pubblici. Ma ha sottolineato come fondamentale l'auspicio che si incrementi il numero dei giudici e del personale amministrativo attraverso l'indizione di nuovi concorsi. E ha escluso, in termini di economia processuale, che sia necessario intervenire e contenere gli aspetti del contraddittorio tra le parti che è garanzia di diritti fondamentali costituzionalmente garantiti.

Gli altri interventi
In rappresentanza dell'Avvocatura generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli ha messo in evidenza che la magistratura amministrativa ha registrato il 35% dei depositi telematici sull'intero dato nazionale di tutte le magistrature.

Il presidente del Consiglio forense Maria Masi ha concluso gli interventi all'inaugurazione dell'anno giudiziario del Consiglio di Stato auspicando che vengano rimossi gli ostacoli all'accesso alla giustizia amministrativa soprattutto sotto il punto di vista della sua onerosità. Infine è stato sottolineato - nell'ambito dei dati offerti all'avvio della cerimonia - che la giustizia amministrativa ha registrato una rincorsa di successo per lo smaltimento dell'arretrato delle cause sottoposte all'attenzione dei giudici.

Alla conclusione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario la presidente del Consiglio Nazionale Forense ha espresso la preoccupazione della sua categoria: "Ci duole sottolineare, ancora una volta, l'eccessiva onerosità dell'accesso alla giustizia amministrativa per molte, troppe tipologie di giudizio". "Il problema si presenta particolarmente grave nei giudizi in materia di contratti pubblici ed in quelli aventi ad oggetto l'impugnazione di provvedimenti di autorità indipendenti" a causa di "contributi unificati altissimi, sganciati, peraltro, da ogni collegamento con il valore della causa". Per Masi vi è il rischio di "un negato accesso alla giustizia per cittadini ed imprese di piccole o anche medie dimensioni". E propone come via d'uscita che il contributo unificato non sia applicato a fini deflattivi del peso del contenzioso, ma con la natura che gli è propria di "imposizione fiscale", a sostegno dei costi della giustizia amministrativa.

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