Comunitario e Internazionale

Cooperazione penale giudici onorari e difesa Tre infrazioni contestate

Italia nel mirino: non condivide le informazioni per la lotta al terrorismo

di Giovanni Negri

Tripla contestazione europea nei confronti dell’Italia in materia di giustizia. Nel mirino della Commissione europea finisce la mancata cooperazione in materia penale e, nel dettaglio, l’assenza di condivisione di una serie di banche dati, il trattamento riservato ai magistrati onorari e il diritto all’assistenza legale.

Quanto al primo punto all’Italia, che viene deferita alla Corte di giustizia, viene contestato di non mettere a disposizione degli altri Paesi dell’Unione informazioni in materia di Dna, di impronte digitali e di immatricolazione dei veicoli. «La Commissione - si sottolinea in un comunicato - ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per il mancato rispetto di alcuni obblighi in materia di scambio di informazioni stabiliti dalle norme dell’Ue in materia di cooperazione transfrontaliera nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera».

A venire compromesso dall’inerzia italiana è un sistema decentrato di scambi tra le diverse autorità investigative, declinato dalla convenzione di Prum, per favorire lo svolgimento delle indagini penali.

La seconda procedura di infrazione, che segue a una sentenza della Corte di giustizia europea di un anno fa, riguarda il trattamento dei magistrati onorari, ritenuto dalla Commissione non allineato con la disciplina europea in materia di lavoro. Per la Commissione, le norme italiane violano diverse disposizioni europee in materia di lavoro.

I magistrati onorari non hanno status di lavoratori e quindi non godono delle relative tutele (malattia, maternità eccetera), non hanno rimborsi per le spese legali in cui incorrono, non sono tutelati contro “l’abuso” di contratti a tempo determinato in successione, e non hanno neanche la possibilità di fare causa contro questi abusi. Per di più, nota la Commissione, l’Italia non ha creato un sistema idoneo a misurare l’orario di lavoro dei magistrati onorari. Le nuove leggi del 2017 non rimediano a questa situazione.

La Corte di Giustizia ha confermato che i magistrati onorari dovrebbero avere lo status di lavoratori, pertanto la Commissione ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora. Ora il Governo italiano ha due mesi di tempo per rispondere; in caso contrario, la procedura andrebbe avanti, con un parere motivato.

Tra l’altro, la prossima settimana la commissione del ministero della Giustizia guidata dal Presidente della Corte d’appello di Brescia Claudio Castelli concluderà i suoi lavori presentando alla ministra Marta Cartabia il testo di un articolato di riforma complessiva di tutta la disciplina della magistratura onoraria.

Tra i temi oggetto dell’intervento, ovviamente condizionato quando ad applicazione dalle disponibilità di budget, c’è lo status dei magistrati non togati, il loro trattamento retributivo, la copertura previdenziale, come pure l’allargamento delle loro competenze a nuove materie nel settore civile e nel contesto della più ampia riforma in discussione in questi giorni in Parlamento.

Infine, la Commissione ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia e altri 5 Paesi per la mancata piena attuazione della direttiva sul diritto di avvalersi di un difensore. La direttiva stabilisce norme minime relative al diritto degli indagati di avvalersi di un difensore nel procedimento penale e nel procedimento di esecuzione del mandato d’arresto europeo. Stabilisce inoltre che gli indagati hanno diritto di informare un terzo al momento della privazione della libertà personale e di comunicare con terzi e con le autorità consolari durante la privazione della libertà personale.

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