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Corte Ue: atti della Procura europea soggetti al controllo giurisdizionale

I giudici di Lussemburgo, sentenza nella causa C-292/23 depositata oggi, affermano che il controllo deve essere possibile sugli atti che possono incidere sulla situazione giuridica delle persone

Gli atti procedurali della Procura europea che possono incidere sulla situazione giuridica delle persone che li contestano devono poter essere oggetto di un controllo giurisdizionale. È il principio affermato dalla Corte Ue, sentenza nella causa C-292/23 depositata oggi, con riguardo ad un caso spagnolo. I giudici di Lussemburgo chiariscono inoltre che il controllo non deve obbligatoriamente assumere la forma di un ricorso diretto, ma deve comunque comportare una verifica del rispetto dei diritti e delle libertà dell’interessato.

La Procura europea, spiega un comunicato della Cgue, è un organo indipendente dell’Unione europea incaricato di individuare, perseguire e rinviare a giudizio gli autori dei reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione. Essa è organizzata a due livelli: da un lato, un livello centrale, composto dall’ufficio centrale, situato nella sede della Procura europea, a Lussemburgo, e, dall’altro, un livello decentrato, composto dai procuratori europei delegati aventi sede negli Stati membri.

Il caso - La Procura europea conduce in Spagna un’indagine penale per frode in materia di sovvenzioni dell’Unione. I procuratori europei delegati incaricati del caso hanno citato due persone in qualità di testimoni. Le persone oggetto dell’indagine hanno contestato la citazione a comparire di uno dei testimoni. A questo punto il giudice che, in Spagna, assicura il controllo giurisdizionale delle misure investigative della Procura europea ha adito la Corte di giustizia, segnalando che la legge spagnola autorizza il controllo giurisdizionale solamente in taluni casi espressamente previsti, tra i quali non figura la citazione di testimoni. Il giudice ritiene comunque che quest’ultima sia un atto tale da produrre effetti giuridici nei confronti di terzi e reputa che debba essere esercitato il controllo previsto dal diritto dell’Unione, per evitare una restrizione ingiustificata dei diritti conferiti dal diritto dell’Unione.

La decisione - Nella sentenza depositata oggi, la Corte sottolinea che spetta al giudice nazionale competente determinare, dopo un esame concreto e specifico, se la citazione di testimoni sia tale da incidere sulla situazione giuridica delle persone che sono oggetto dell’indagine. Se così è, la citazione deve essere soggetta al controllo del giudice. Ciò, chiarisce la Corte, non significa necessariamente che il controllo debba farsi mediante un ricorso diretto e specifico. Esso può anche essere effettuato in via incidentale a condizione che il diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale nonché la presunzione di innocenza e i diritti della difesa siano garantiti.

Tuttavia, conclude la decisione, quando è previsto un ricorso diretto per contestare direttamente una decisione analoga delle autorità nazionali, la stessa possibilità deve sussistere per gli atti della Procura europea.

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