Esame d'Avvocato 2020, il Ministero nomina le Commissioni
La firma del decreto ministeriale inviato alle Corti di appello ed al Consiglio nazionale forense agita i praticanti
Nonostante la crisi di Governo, il Ministero della Giustizia non ferma la macchina che dovrebbe portare, nonostante la pandemia, a svolgere gli scritti dell'esame d'avvocato 2020, il 13, 14 e 15 aprile prossimi. Probabilmente si tratta di un atto dovuto, nel senso che in assenza di un nuovo rinvio la procedura va avanti, tuttavia, la notizia diffusasi nella giornata di oggi, ha creato sconcerto e preoccupazione tra i praticanti.
Il Decreto Ministeriale del Dipartimento per gli Affari di giustizia, direzione generale degli affari interni (Ufficio II - Ordini professionali e albi) che nomina la Commissione centrale e le Sottocommissioni porta la data del 20 gennaio ed è indirizzato ai Presidenti delle Corte di appello ed al Consiglio nazionale forense.
L'Upa (Unione praticanti avvocati), guidata da Claudia Majolo, si dice "sconcertata". "Se questa decisione fosse da interpretare come una volontà del Ministero di effettuare le tre prove scritte ad aprile – si legge in un comunicato dell'Associazione -, non possiamo che esprimere la nostra totale contrarietà". "Come si può pensare di riunire ad aprile per tre giorni di fila migliaia di persone per svolgere delle (inutili) prove scritte, quando oggi si litiga sull'opportunità o meno di ospitare qualche centinaia di persone come pubblico figurante per il festival di SanRemo?!" L'Associazione paventa il rischio che gli scritti si trasformino "nel più grande focolaio, destinato a provocare centinaia e centinaia di morti".
Sulla questione interviene anche la senatrice del "Gruppo Misto" Sandra Lonardo: "Siamo ancora in piena emergenza pandemica, come si può pensare di mettere insieme migliaia di persone chiuse per tre giorni in un unico ambiente? E la paura di scongiurare focolai? È scomparsa? Davvero incomprensibile!". "È stato chiesto, da più parti – prosegue -, che il Ministro individuasse modalità di svolgimento alternative alle prove scritte, così come è stato predisposto per le abilitazioni di altre professioni, per le quali è stata prevista un'unica prova orale ed a distanza, ma nulla si è mosso, tranne poi leggere della nomina delle Commissioni, lasciando tutto uguale al tempo del pre-Covid". "Sono 25.000 i giovani praticanti avvocati, che aspettano risposte e certezza per il loro futuro, non si può far finta di nulla", conclude Lonardo.
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di Antonio Scarpa - Consigliere della Corte di cassazione