Esame d'avvocato, anche il Cnf scrive a via Arenula: no al ritorno al passato
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Il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, ha inviato una nota al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio e al Viceministro con delega alle professioni, Francesco Paolo Sisto, chiedendo di «disporre che la sessione di esami per l'anno 2023 si svolga secondo le modalità stabilite dal decreto legge 31 del 2021», ossia il provvedimento che, per consentire l'esame di abilitazione forense durante la pandemia, aveva introdotto la modalità della doppia prova orale per l'accesso alla professione.
Anche l'Associazione Italiana Giovani Avvocati, AIGA, si è rivolta al Ministro Giustizia manifestando "forti preoccupazioni e sfavore per l'invio della circolare interna sull'esame di abilitazione diretta alle Corti d'Appello, dalla quale si evince il ‘ritorno al passato', e l'assenza di una comunicazione ufficiale, che contribuiscono a generare un clima di forte tensione in migliaia di praticanti avvocati".
Tornando alla lettera del Presidente del CNF, Greco spiega che il ripristino delle originarie modalità di svolgimento dell'esame, non preceduto da una riforma dell'accesso alla professione, causerebbe unicamente «grandi difficoltà ai tirocinanti, i quali nel giro di pochi mesi dovrebbero rivedere i criteri di studio e si troverebbero a svolgere le prove d'esame avendo basato la preparazione per un esame organizzato con diverse modalità».
Infine, il Presidente Greco suggerisce a via Arenula «l'opportunità di istituire, il prima possibile, un tavolo di lavoro per regolare definitivamente l'accesso alla professione di avvocato, in relazione al quale il Consiglio Nazionale Forense esprime sin da ora la massima disponibilità a parteciparvi».
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