Professione e Mercato

Esame d'avvocato, Di Nardo (Coa di Milano): "orale rafforzato" per uscire dall'impasse

Per il Presidente serve una assunzione di responsabilità da parte del Cnf e degli Ordini per

immagine non disponibile

Con l'approvazione, la scorsa notte, da parte del Consiglio dei Ministri di un nuovo decreto legge che proroga al 30 aprile 2021 il termine entro il quale potranno essere adottate le misure emergenziali contro la pandemia (previste dai Dl n. 19 e 33 del 2020), si scavalcano di fatto anche le date dei prossimi scritti per l'esame di abilitazione alla professione forense fissati per il 13, 14 e 15 aprile. Allo stato dunque i 20mila aspiranti legali dovrebbero sostenere le prove secondo le modalità ordinarie in un periodo normativamente dichiarato emergenziale.

Contro questa evenienza, dopo la presa di posizione del Presidente Aiga De Angelis, scende in campo anche Vinicio Nardo, il presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano secondo cui la scelta a questo punto non può che cadere su un "orale rafforzato".

Una eventualità non alle viste del Governo che tuttavia per bocca del Sottosegretatio alla Giustizia Giorgis ammette: "Se la pandemia tornerà a riacutizzarsi bisognerà riaffrontare la questione". "Al momento - assicura Giorgis - c'è massima attenzione sul tema, il Ministero si è attivato per reperire ulteriori spazi adeguati, mentre per accorciare i tempi di correzione si deve incrementare il numero dei Commissari, chiedendo uno sforzo doppio o triplio all'Avvocatura, così come ai giudici ed ai professori universitari".

Tornando alla proposta De Nardo, in un video sulla pagina Facebook il presidente del Coa afferma: "Non si può ignorare il problema dell'esame che devono svolgere coloro che hanno già completato la pratica nel 2020. E siccome siamo in grado di guardare più in là del nostro naso si capisce che l'indicazione della primavera che poi è diventata aprile è molto aleatoria per fare gli scritti. Abbiamo dunque studiato delle forme di esame emergenziale valide solo per quest'anno, per salvare le esigenze sanitarie e che diano una prova seria e che non c'entrano niente con le ipotesi di riforma in discussione in Parlamento".

Di Nardo poi spiega di aver inizialmente confidato sull'esperienza degli esami universitari da remoto ma di aver scoperto che servono "strutture e procedimenti informativi molto invasivi che non si possono fare in quattro mesi". "Dunque - prosegue - personalmente sono arrivato alla conclusione, ma vedo che è sulla stessa linea chi ci mette la testa, che bisognerà fare un esame rafforzato orale".

Tuttavia, ammonisce, "i giovani che hanno tutta la mia attenzione non devono minimamente pensare che questa possa essere l'occasione di un condono generale, le ipotesi della laurea abilitante, l'ho detto sempre, non è una ipotesi che possa essere seguita". Di Nardo si rivolge poi alle Associazioni dei praticanti, molto attive in questi mesi: "Penso che debbano portare avanti questa battaglia sacrosanta con i giusti toni, in modo che non si possa dire che vogliono cogliere l'occasione per passare tutti senza fare esame".

Del resto, per il Presidente anche tenendo ferme le attuali date non si farebbe comunque a tempo a completare la correzione e gli orali entro dicembre. "Comunque io credo che ad aprile non saremo nelle condizioni per riunire 4mila persone in un posto solo". "Quindi penso che abbiamo il dovere di pensare un esame serio, orale, che abbia una struttura molto più ampia di quello di adesso, che parte da prove scritte già fatte, quindi anche con una previsione più ampia di materie".

Per Di Nardo si deve però intervenire con una fonte normativa primaria e veloce "come può essere solo un decreto legge". In tal modo si può conservare un esame che "consenta una valutazione selettiva come sempre si è fatto ma che consenta a questi giovani che stanno patendo le conseguenze del covid più di altri di avere una chance di diventare avvocati entro il 2021".

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©