Esame d'avvocato: tutti gli emendamenti, martedì il voto in Commissione
Stop al divieto di portare la stessa materia, quesiti centralizzati, motivazione, 60 minuti per studiare il caso
Con la scadenza, questa mattina, del termine per il deposito degli emendamenti in Commissione giustizia del Senato, prende corpo il provvedimento di conversione del Dl 31/2021 sull'esame di abilitazione alla professione di avvocato. Le modifiche proposte, che saranno discusse e votate domani martedì 30 marzo, sempre in Commissione, dopo la presentazione da parte del Relatore Francesco Urraro. Il giorno dopo il testo è atteso in Aula.
Gli emendamenti recepiscono sostanzialmente i rilievi degli Ordini e delle principali Associazioni forensi audite la settimana scorsa: più tempo tra un orale e l'altro, quesiti elaborati da Via Arenula, videoregistrazione e motivazione, 60 minuti (non più 30) per studiare il caso. Ma anche stop al divieto di portare la stessa materia nelle due prove, in quanto penalizzante per la "specializzazione" di fatto della categoria. E ancora superamento del criterio della residenza con quello di avvenuta pratica e riapertura dei termini di iscrizione.
Si vedrà domani cosa passerà e cosa no considerati i tempi strettissimi che impongono un raccordo con Via Arenula impegnata a emanare entro il 12 aprile il Dm contenente le date e tutte le modalità pratiche di svolgimento delle prove. Per evitare un bisticcio normativo dunque sarà necessario approdare rapidamente a un testo condiviso.
Uno degli elementi più invisi ai praticanti è il divieto di portare la stessa materia (civile e o penale) della prima prova orale. Su questo interviene una proposta emendativa che sopprimere tout court la disposizione (Pillon, Emanuele Pellegrini, Pepe). Mentre un'altra (Mirabelli, Cirinnà, Rossomando), pur consentendo la medesima materia, prevede che vi sia comunque la necessità di rispondere a domande sul diritto sostanziale non portato con un programma però limitato.
Ricorre, poi, più volte la richiesta di centralizzazione dei quesiti per garantire "un equo espletamento della prova orale" attraverso l'elaborazione di 500 casi, per ciascuna materia d'esame, da parte del ministero della Giustizia (Pillon, Emanuele Pellegrini, Pepe).
Ma anche la concessione di un tempo più lungo per lo studio del caso, 30 minuti sono considerati troppo brevi per inquadrare una vicenda giuridicamente. Per cui si prevede l'assegnazione "complessivamente" di un'ora e trenta minuti dal momento dalla fine della dettatura del quesito: sessanta minuti per l'esame preliminare del quesito e trenta minuti per la discussione» (Maiorino, Gaudiano, Evangelista, D'Angelo, Lomuti e Mirabelli, Cirinnà, Rossomando).
Proposta anche l'introduzione della possibilità di consultare i codici non solo durante l'esame preliminare del quesito ma anche nel corso dello svolgimento della prova orale (Pillon, Emanuele Pellegrini, Pepe). E per i candidati "disabili visivi" di poter portare con sé "adeguati supporti informatici volti a garantire la possibilità di consultazione di codici, anche commentati". (Gaudiano, Piarulli, D'Angelo, Maiorino, Evangelista, Lomuti)
Altri temi sollevati in audizione e recepiti in altrettanti emendamenti sono la videoregistrazione dell'esame e la motivazione. Con riferimento al secondo punto si propone che la Sottocommissione, contestualmente alla comunicazione dell'esito della prova, evidenzi «le osservazioni positive e negative nei vari punti della discussione, le quali costituiscono motivazione del voto».
Anche il tema della distanza temporale tra i due orali ha trovato diverse proposte emendative nel segno di raddoppiare il tempo portandolo da 30 a 60 giorni (Pillon, Emanuele Pellegrini, Pepe).
Così come la "marginalizzazione" del diritto amministrativo che nella seconda prova orale ricompare con uguale dignità rispetto al civile e al penale (Cucca). Infine, il criterio della residenza verrebbe superato a favore di quello "dell'ordine di appartenenza ovvero del domicilio dichiarato ai fini della pratica".
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di Giulio M. Salerno - Professore ordinario di Diritto costituzionale presso l'Università di Macerata