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Fallimento, rassegna giurisprudenziale del primo semestre 2021

Selezione di massime ufficiali estrapolate da pronunce della Suprema Corte di cassazione emesse nel primo semestre dell'anno 2021 in materia di fallimento

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di Rossana Mininno


OPPOSIZIONE ALLO STATO PASSIVO E COSTITUZIONE TARDIVA DEL CURATORE
Cass. civ., Sez. VI-1, 28 gennaio 2021, n. 1821, rv. 660412 - 01:
In tema di opposizione allo stato passivo, la decadenza dall'eccezione di prescrizione può essere rilevata d'ufficio dal giudice, anche se la parte interessata abbia sollevato tardivamente la relativa eccezione.

OPPOSIZIONE ALLO STATO PASSIVO E MUTATIO LIBELLI
Cass. civ., Sez. VI-1, 28 gennaio 2021, n. 1826, rv. 660450 - 01:
In tema di insinuazione allo stato passivo, il creditore che abbia presentato domanda di partecipazione al concorso fondata su un titolo di credito scaduto, può per la prima volta in sede di opposizione allo stato passivo richiedere l'ammissione in forza del rapporto causale sottostante, non configurandosi una inammissibile "mutatio libelli" attesa l'identità di "petitum" e di "causa pretendi" tra l'azione cartolare e quella causale.

RISOLUZIONE DEL CONCORDATO FALLIMENTARE E RESTITUZIONE DELLA CAUZIONE
Cass. civ., Sez. I, 22 febbraio 2021, n. 4697, rv. 660571/1:
La risoluzione del concordato fallimentare, ai sensi dell'art. 140, comma 3, l.fall., determina l'acquisizione della cauzione versata all'atto della domanda quale conseguenza del trasferimento a carico del proponente del rischio della mancata attuazione della proposta, sia nel caso di proposta formulata dal fallito che da un terzo assuntore, avendo detta cauzione la funzione di evitare iniziative fraudolente o dilatorie a supporto della serietà della proposta concordataria.

SUPERSOCIETÀ DI FATTO E COMPETENZA PER TERRITORIO
Cass. civ., Sez. I, 22 febbraio 2021, n. 4712, rv. 660572 - 01:
In tema di fallimento, l'art. 147, comma 5, l.fall. trova applicazione anche qualora il socio già fallito sia una società partecipe con altre società o persone fisiche ad una società di persone (cd. "supersocietà di fatto"), nel qual caso, in deroga all'art. 9 l.fall., la competenza alla dichiarazione di fallimento in estensione si radica presso il tribunale ove risulta già pendente la procedura concorsuale riguardante il socio, venendo in rilievo il principio di prevenzione sancito dai commi 4 e 5 dell'art. 9 anzidetto e dall'art. 40 c.p.c. e costituendo il fallimento della società, che sia socia illimitatamente responsabile, l'occasione per accertare anche la distinta insolvenza della supersocietà di fatto.

INSINUAZIONE AL PASSIVO E CREDITI TRIBUTARI
Cass. civ., Sez. VI-1, 26 marzo 2021, n. 8602, rv. 660954 - 01:
In tema di insinuazione al passivo, i crediti tributari devono essere ammessi al concorso indipendentemente dalla circostanza che il loro accertamento ovvero l'iscrizione al ruolo siano successivi all'apertura del fallimento, perché detti crediti nascono "ex lege" con l'avveramento dei relativi presupposti e non per l'effetto dell'atto amministrativo di accertamento, né tantomeno attraverso l'iscrizione a ruolo.

INEFFICACIA DELLE IPOTECHE GIUDIZIALI E CONCORDATO PREVENTIVO
Cass. civ., Sez. I, 31 marzo 2021, n. 8996, rv. 660901 - 01:
L'art. 168, comma 3, l. fall., il quale dispone l'inefficacia delle ipoteche giudiziali iscritte nei novanta giorni anteriori all'iscrizione nel registro delle imprese del ricorso per concordato preventivo rispetto ai creditori anteriori al concordato, non si applica qualora, rinunciata la domanda di concordato preventivo prima dell'ammissione al concordato medesimo, sia stato in un momento successivo dichiarato il fallimento dell'imprenditore, trovando l'inefficacia degli atti nell'ambito della procedura fallimentare la propria disciplina nell'art. 69-bis l. fall.

DOMANDA DI AMMISSIONE AL PASSIVO E TITOLO DI PRELAZIONE
Cass. civ., Sez. I, 26 aprile 2021, n. 10990, rv. 661279 - 01:
La domanda di ammissione al passivo fallimentare postula, ai fini del riconoscimento del privilegio, la necessaria indicazione nel ricorso, ai sensi dell'art. 93, comma 3, n. 4, della l. fall., dell'eventuale titolo di prelazione, conseguendo, all'eventuale omissione o assoluta incertezza del titolo in parola, la degradazione a chirografario del credito invocato.

PROCEDIMENTO PREFALLIMENTARE E PRODUZIONE DELLE SCRITTURE CONTABILI
Cass. civ., Sez. I, 28 aprile 2021, n. 11218, rv. 661187 - 01:
L'obbligo dell'imprenditore di consegnare al curatore le scritture contabili sorge, a norma dell'art. 86 l.fall., solo dopo la sentenza dichiarativa di fallimento, sicché l'omessa produzione di tali scritture nell'ambito del procedimento prefallimentare, nel corso del quale il debitore è tenuto solo a depositare i bilanci degli ultimi tre esercizi ed una situazione patrimoniale aggiornata, non è un fatto dal quale possa di per sé ricavarsi il mancato assolvimento dell'onere della prova in ordine al possesso dei requisiti dimensionali, né, tantomeno, una presunzione di falsità delle risultanze dei bilanci.

RIVENDICA DI BENE IMMOBILE E USUCAPIONE
Cass. civ., Sez. VI-1, 13 maggio 2021, n. 12736, rv. 661503 - 01:
In sede di rivendica di beni nei confronti del fallimento, non può essere fatta valere l'usucapione dell'immobile intestato al fallito, riconosciuta da quest'ultimo in un accordo in sede di mediazione ma non trascritto, non essendo tale accordo opponibile al curatore che, rispetto ad esso, è terzo, né può essere richiesto alcun accertamento in via incidentale sull'intervenuta usucapione, poiché la verifica dello stato passivo coinvolge la massa dei creditori e non il fallito - che è invece parte necessaria nelle cause promosse ex art. 1158 c.c. -, essendo strutturalmente inidonea alla trattazione di un giudizio sull'usucapione.

DIMISSIONI DELL'AMMINISTRATORE E OPPONIBILITÀ DELLA CESSAZIONE DELLA CARICA
Cass. civ., Sez. I, 17 maggio 2021, n. 13221, rv. 661452 - 01:
In tema di azione di responsabilità ex artt. 2393 e 2394 c.c. promossa dal curatore fallimentare, la cessazione dalla carica dell'amministratore, che abbia ritualmente presentato le proprie dimissioni, è opponibile al fallimento, anche se non è iscritta nel registro delle imprese, poiché non può operarsi un'estensione della responsabilità - che è, comunque, per fatto proprio (anche se di natura omissiva) - a comportamenti messi in atto da terzi in epoca successiva alle dimissioni, solo perché il collegio sindacale ha omesso di adempiere agli obblighi di pubblicità, alla cui inerzia l'amministratore dimissionario non può supplire, essendo ormai estraneo all'organizzazione societaria.

OPPOSIZIONE ALLO STATO PASSIVO E TEMPESTIVITÀ DEL RICORSO
Cass. civ., Sez. VI-1, 10 giugno 2021, n. 16306, rv. 661576 - 01:
In tema di opposizione allo stato passivo, per verificare la tempestività del deposito del ricorso rispetto al termine indicato dall'art. 99 l.fall., è rilevante la data della comunicazione dell'esecutività dello stato passivo indicata dal creditore nel ricorso medesimo, ove il curatore costituendosi in giudizio non abbia svolto alcuna contestazione al riguardo.

ADUNANZA DEI CREDITORI E INSINUAZIONI TARDIVE
Cass. civ., Sez. VI-1, 15 giugno 2021, n. 16944, rv. 661508 - 01:
In tema di ammissione allo stato passivo del fallimento, nella fissazione dell'adunanza dei creditori oltre il termine perentorio di centoventi giorni indicato dall'art. 16, comma 1, n. 4, l. fall. non può intendersi implicita l'estensione a diciotto mesi del termine per le insinuazioni tardive, ai sensi dell'art. 101, comma 1, l. fall., evocando le due norme altrettante distinte attività e postulando la seconda di esse la necessità di una proroga esplicita contenuta nella sentenza di fallimento e specificamente quantificata, senza alcun automatismo correlato con il rispetto del termine imposto dalla prima.

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