Famiglia

Famiglia e successioni: il punto sulla giurisprudenza dei giudici di merito

La selezione delle pronunce di merito in materia di diritto di famiglia e delle successioni 2022/ 2023

di Valeria Cianciolo

Si segnalano in questa sede i depositi della giurisprudenza di merito in materia di diritto di famiglia e delle successioni 2022/ 2023. Le pronunce in particolare, si sono soffermate sulle seguenti tematiche o questioni:
1.Congedi parentali per il convivente more uxorio davanti alla Consulta
2.Le violenze e i tradimenti quali criterio per la determinazione dell'assegno divorzile
3.Nessuna connessione forte fra domanda di risarcimento danni e quella di separazione personale con addebito
4.Bene dato in comodato per la famiglia vincolato in un trust
5.Revoca del trust auto-dichiarato in favore dei figli e tutela dei creditori
6.Donazione e pregiudizio dei creditori
7.Adozione e madre in Amministrazione di Sostegno
8.Accordi negoziali fra coniugi anche con ricorso congiunto
9.Addebito provato con le testimonianze dei figli
10.Abbandono del padre e danno endo-familia
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1. CONGEDI PARENTALI – Incostituzionale non includere nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo il convivente? (Cpc, articoli 442 e 700; Dlgs 151/2001, articolo 42 ; legge 104/1992; Costituzione articoli 2, 3, 29, 32 e 118, 4 comma)
Con l'ordinanza di rimessione del Tribunale di Trieste è stata sollevata questione di legittimità costituzionale in ordine all' articolo 42, comma 5, Dlgs n. 151 del 2001 per violazione dell'articolo 3 della Costituzione, in quanto l'esclusione del convivente, per di più legato al portatore di handicap da vincolo affettivo, dalla previsione di una norma che intende tutelare il diritto costituzionale alla salute psico-fisica del disabile, è illogica e contraddittoria e porta ad un'irragionevole compressione del diritto all'assistenza del disabile nella sua comunità di vita, non in ragione di una obiettiva carenza di soggetti portatori di un rapporto qualificato sul piano affettivo, ma in funzione di un dato normativo rappresentato dal mero rapporto di coniugio.
Già nel 2013 la norma era stata portata al cospetto della Consulta che ha poi ritenuto fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 42, comma 5, del Dlgs n. 151 del 2001, nella parte in cui non include nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo straordinario l'affine di terzo grado convivente - nonché, per evidenti motivi di coerenza e ragionevolezza, gli altri parenti e affini più prossimi all'assistito, comunque conviventi ed entro il terzo grado - in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti degli altri soggetti indicati dalla legge secondo un ordine di priorità, idonei a prendersi cura della persona in situazione di disabilità grave, per violazione degli articoli 2, 3, 29, 32 e 118, c. 4, Cost..
Nel 2016 inoltre, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 33, comma 3, legge n. 104/1992 nella parte in cui non include il convivente della persona disabile tra i soggetti beneficiari dei permessi.
L'udienza dinanzi alla Consulta è prevista per il 4 luglio 2023.
Tribunale Trieste, Sez. lavoro, Ord. di rimessione, 4 luglio 2022, n. 10 - Giudice del lavoro Ancora

2. DIVORZIO – Fra i criteri per la determinazione dell'assegno divorzile anche le violenze subite dalla donna (Legge 1 dicembre 1970 n. 898)
La funzione dell'assegno di divorzio non è quella di ricostituire il tenore di vita coniugale, bensì quella di assistere il coniuge incolpevolmente privo di mezzi adeguati e riequilibrare le condizioni economiche degli ex coniugi nei casi in cui vi sia la prova che la sperequazione reddituale esistente al momento del divorzio sia stata causata dalle scelte comuni di vita delle parti, per effetto delle quali uno dei due abbia sacrificato le proprie aspettative professionali e reddituali per dedicarsi alla cura della famiglia, così contribuendo alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio comune o di quello dell'altro coniuge.
Nel caso in cui la separazione è addebitata ad uno dei coniugi rilevano anche le "ragioni della decisione" ai fini della concessione dell'assegno di divorzio.
Ed infatti, le condotte anteriori tenute nel corso della vita matrimoniale possono essere valutate quali "ragioni della decisione" se esse siano alla base di una pronuncia di addebito della separazione, se tali motivi siano anche le cause ostative alla ricostruzione della comunione tra i coniugi giustificando quindi la domanda di cessazione degli effetti civili del matrimonio.
Nel caso di specie, è effettivamente emerso che la donna che ha proposto appello non aveva svolto attività lavorativa durante la convivenza matrimoniale ventennale subendo la violenza del marito abituale frequentatore di altre donne.
Corte d'Appello Salerno, Sez. II, sentenza 27 aprile 2023, n. 565 – Pres. De Filippis, Cons. rel. est. Serrelli

3. SEPARAZIONE – Nessuna connessione forte fra domanda di risarcimento danni e quella di separazione personale con addebito (Cc articoli 156 e 337- sexies; Cpc articoli 33 e 40)
Nel caso in cui sia assente il nesso causale tra l'infedeltà e la crisi coniugale, mediante un accertamento rigoroso ed una valutazione complessiva del comportamento di entrambi i coniugi, tale che ne risulti la preesistenza di una crisi già irrimediabilmente in atto, in un contesto caratterizzato da una convivenza meramente formale, non può aversi addebito.
Grava sulla parte che invoca l'addebito della separazione a carico dell'altro coniuge dimostrare l'efficacia causale della condotta infedele nella determinazione della crisi.
L'articolo 40 c.p.c., nel testo novellato dalla legge n. 353 del 1990, consente il cumulo nello stesso processo di domande soggette a riti diversi esclusivamente in presenza di ipotesi qualificate di connessione c.d. "per subordinazione" o "forte".
La connessione tra la domanda di risarcimento danni e quella di separazione personale con addebito, è riconducibile alla previsione dell'articolo 33 c.p.c. Trattandosi di cause tra le stesse parti e connesse solo parzialmente per causa petendi, rimane pertanto esclusa una ipotesi di connessione "forte".
Tribunale Oristano, sentenza 31 marzo 2023, n. 151 – Pres. Sciarrillo, Giud. Rel. Bordiga

4. COMODATO – Bene dato in comodato per la famiglia vincolato in un trust (Cc articolo 1175, 1375, 1809 e 1834)
Nei casi in cui la destinazione dell'immobile oggetto del contratto di comodato sia diretta ad assicurare le esigenze del nucleo familiare e in esso si svolga la continuità delle relazioni domestiche, si profila l'incompatibilità con un godimento segnato da provvisorietà ed incertezza. Per effetto della concorde volontà delle parti si configura, infatti, un vincolo di destinazione dell'immobile alle esigenze abitative familiari, idoneo a conferire all'uso cui la cosa è destinata il carattere di termine implicito della durata del rapporto, la cui scadenza non è determinata, ma è strettamente correlata alla destinazione impressa e alle finalità cui essa tende.
Inoltre, la modifica soggettiva del trust non può includersi come bisogno imprevisto e urgente del comodante, ai sensi dell'articolo 1809 co 2 c.c..
Il ricorrente, nel caso di specie, era stato nominato Trustee di un trust tra i cui beni vi era un appartamento, concesso in comodato d'uso, di cui esigeva la restituzione poichè la beneficiaria del trust, figlia del comodatario, era stata sostituita da altro beneficiario.
La revoca del comodato è stata rigettata in quanto il cambio di beneficiario non integra la sopravvenienza di un bisogno imprevisto e urgente del comodante.
Tribunale di Torino, sentenza 22 giugno 2022 n. 2582 - Giudice De Magistris

5. TRUST - Revocato il trust in favore dei figli finalizzato a sottrarre i beni conferiti ai suoi creditori individuali (Cc articolo 2901; articolo 2 della Convenzione dell'Aja)
L'atto di costituzione di trust e contestuale conferimento di beni immobili, analogo ad un atto costitutivo di fondo patrimoniale, è una donazione indiretta (in questo caso, a beneficio dei figli), in quanto i beni immobili conferiti al trust, (in questo caso, già di proprietà della disponente e trustee) vengono destinati in via esclusiva a garantire attraverso l'operato futuro del trustee la sicurezza economica dei beneficiari senza che la disponente abbia ricevuto un corrispettivo per tale conferimento e va quindi qualificato ai fini dell'applicazione dell'articolo 2901 cod. civ. come atto a titolo gratuito, con la conseguenza che non è richiesta la prova della consapevolezza del pregiudizio arrecato alle ragioni dei creditori.
Il Tribunale capitolino ha respinto la domanda di parte attrice di accertamento della nullità dell'atto di costituzione del trust per violazione del divieto di patti successori di cui all'articolo 458 cod. civ. - in quanto attraverso il trust ha realizzato una donazione indiretta destinata a realizzarsi in futuro mediante l'operato del trustee che avrebbe dovuto trasferire il fondo ai figli beneficiari - non risultando provata alcuna convenzione tra la madre (disponente) ed i beneficiari (figli) sulla successione né atti di disposizione dei diritti su una successione non ancora aperta.
Accolta, invece, la domanda di revocatoria essendo chiaramente emersa la consapevolezza del pregiudizio arrecato alle ragioni dei creditori attraverso l'istituzione del trust da tutta una serie di elementi, uno fra i quali era il fatto che la disponente era moglie, anche se separata consensualmente, del fallito e nel prestare in costanza di matrimonio le fideiussioni, si era personalmente impegnata a tenersi informata sulle condizioni patrimoniali del marito debitore.
Tribunale Roma, sentenza 12 gennaio 2023 n. 515 - Giudice unico Picaro

6. DONAZIONE – Inefficacia del bonifico di 900mila euro al figlio se l'interesse è distrattivo (Cc articoli 769, 770, 782, 809, 1414, 1418, 2740, 2901)
Il trasferimento per spirito di liberalità di strumenti finanziari dal conto di deposito titoli del beneficiante a quello del beneficiario realizzato a mezzo banca, attraverso l'esecuzione di un ordine di bancogiro impartito dal disponente, non rientra tra le donazioni indirette, ma configura una donazione tipica ad esecuzione indiretta.
Nel caso in esame, però, la sussistenza di un interesse patrimoniale distrattivo con il quale il padre aveva trasferito al figlio la somma di € 900.000,00, mediante bonifico bancario e recante la causale "donazione 18 compleanno" - dichiarato poi inefficace nei confronti del Fallimento di una società - ha portato a qualificare lo stesso quale atto gratuito interessato che non integra donazione per l'assenza di liberalità e, dunque, non richiede la forma pubblica.
La tempistica dell'adozione dell'atto dispositivo, in coincidenza con l'emergere dei risultati della verifica compiuta dalla Guardia di Finanza e la disposizione avvenuta dopo che era stata notificata alla società l'istanza di fallimento, hanno lasciato presumere che l'operazione fosse stata architettata a pregiudizio dei creditori.
Tribunale Verbania, sentenza 12 aprile 2022, n. 160 - Giudice Olivero

7. ADOZIONE- Adozione per tre minori per inadeguatezza al ruolo genitoriale della madre in Amministrazione di Sostegno (Legge 184/1983, articoli 8, 15, 17, 27 )
La Corte d'Appello felsinea ha rigettato l'appello avverso la sentenza pronunciata dal Tribunale per i Minorenni che aveva dichiarato lo stato di adottabilità di tre fratellini, uno dei quali affetto da spettro autistico.
La Corte non ha accolto la domanda della madre, affetta da gravi disturbi psichici e soggetta ad AdS, per la ripresa degli incontri con tutti e tre i figli in maniera assidua nell'ambito di un'"adozione aperta" al fine di ricostruire i legami familiari tra loro. Tale decisione è stata presa dalla Corte, pur consapevole del fatto che la giurisprudenza di merito si è in gran parte orientata a ritenere l'adozione legittimante non incompatibile con la conservazione di contatti con alcune figure familiari che rispondano al bisogno di continuità affettiva del minore, indipendentemente dalla perdita del legame giuridico e a patto che venga accertata la rispondenza di tale soluzione al preminente interesse del minore e vi sia una disponibilità della famiglia adottiva.
Corte d'Appello di Bologna, Sez. Min., sentenza 2 febbraio 2023 n. 224 – Pres. Montanari, Cons. Rel. Allegra

8. DIVORZIO - Accordi negoziali fra coniugi anche con ricorso congiunto (Cpc aricolo 473-bis, legge 898/1970, articoli 4 e 9)
In tema di divorzio, sono valide le clausole dell'accordo di divorzio a domanda congiunta, o di separazione consensuale, che riconoscano ad uno o ad entrambi i coniugi la proprietà esclusiva di beni mobili o immobili, o di altri diritti reali, ovvero ne operino il trasferimento a favore di uno di essi, o dei figli, al fine di assicurarne il mantenimento.
Tale ricostruzione deve ritenersi valida anche dopo l'entrata in vigore del D lgs 149/2022 che all'articolo 473-bis.51 c.p.c. che, al secondo comma, secondo periodo, prevede che le parti con il ricorso congiunto possano "anche regolamentare in tutto in parte i loro rapporti patrimoniali."
Tribunale di Verona, decreto 23 maggio 2023 - Pres. Guerra, Giud. Est. Vaccari

9. SEPARAZIONE – Addebito provato con le testimonianze dei figli (Cc articolo 156; Cpc articolo 709)
In tema di separazione tra coniugi, l'inosservanza dell'obbligo di fedeltà coniugale rappresenta una violazione particolarmente grave, la quale, determinando normalmente l'intollerabilità della prosecuzione della convivenza, costituisce, di regola, circostanza sufficiente a giustificare l'addebito della separazione al coniuge responsabile, sempreché non si constati, attraverso un accertamento rigoroso ed una valutazione complessiva del comportamento di entrambi i coniugi, la mancanza di nesso causale tra infedeltà e crisi coniugale, tale che ne risulti la preesistenza di una crisi già irrimediabilmente in atto, in un contesto caratterizzato da una convivenza meramente formale.
Anche il fondato e ragionevole sospetto di tradimento indotto dalle condotte del coniuge, obiettivamente equivoche, in quanto idoneo a offendere onore e decoro dell'altro, può condurre al riconoscimento dell'addebito. Il riconoscimento dell'addebito, inoltre, esclude che possa riconoscersi alcun mantenimento a carico del coniuge tradito, ex articolo 156 c.c., e ciò a decorrere dall'introduzione del giudizio.
La donna aveva confessato la relazione ai figli i quali, in un primo momento, avevano deciso di tacere la cosa al padre.
Tribunale di Verona, Sez. I, sentenza 14 febbraio 2023 - Pres. Guerra, Giud. Rel. Dal Martello

10. FILIAZIONE - Abbandono del padre e danno endo-familiare (Cc articoli 148, 261, 27, 1299)
Rigettata la domanda di risarcimento del danno patrimoniale in quanto, sotto il profilo del danno emergente, unico soggetto legittimato ad agire in regresso per il mantenimento del figlio è il genitore adempiente, non il figlio in proprio.
Il danno patrimoniale da mancato guadagno presuppone la prova, anche presuntiva, dell'utilità patrimoniale che secondo un giudizio di probabilità il creditore avrebbe conseguito se l'obbligazione fosse stata adempiuta, dovendosi escludere i mancati guadagni meramente ipotetici. Tale prova nella fattispecie in esame non è stata raggiunta: secondo il criterio del più probabile che non, la prova che la ragazza qualora fosse stata riconosciuta sin dalla nascita dal padre naturale, avrebbe ottenuto una migliore posizione sociale e conseguenti maggiori guadagni, non è stata raggiunta.
Accolta la domanda di risarcimento del danno cd. endo-familiare, essendo stato ritenuto pacifico, che il padre naturale fosse a conoscenza della nascita della ragazza e che avesse deliberatamente deciso di non prendersene cura.
Corte d'Appello di Bologna, Sez. II, sentenza 14 febbraio 2023 n. 313 – Pres. Rossi, Cons. Rel. Gaudioso

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