Frodi carosello Ue, sì al concordato preventivo con transazione fiscale
Il Tribunale di Milano ha aperto la procedura di concordato preventivo per una azienda colpita da sequestro per l’asserito coinvolgimento in una frode fiscale c.d. “carosello” che avrebbe generato indebiti crediti Iva per circa € 40 milioni
Il Tribunale di Milano ha ammesso alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale una S.r.l. attiva 40 anni nel settore del commercio all’ingrosso e dell’erogazione di servizi informatici e di software. La peculiarità consiste nel fatto che la società era stata colpita da sequestro per l’asserito coinvolgimento in una frode fiscale c.d. “carosello” che avrebbe generato indebiti crediti Iva per circa € 40 milioni.
Le ragioni della crisi dell’azienda, si legge nel decreto di ammissione al concordato, si connettono direttamente alle contestazioni di natura fiscale a seguito delle quali è scattato il “sequestro preventivo finalizzato alla confisca del profitto del reato fino alla somma complessiva di euro 36.598.383,90 emesso in via d’urgenza dalla Procura Europea”. Il provvedimento è stato poi convalidato dal GIP l’11 febbraio 2023 per l’asserita partecipazione della ricorrente negli anni dal 2019 al 2021 ad una frode fiscale c.d. “carosello” mediante l’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti e conseguendo indebiti crediti IVA per rilevanti importi.
La domanda di concordato veniva depositata il 22 novembre 2023 nella permanenza del vincolo di indisponibilità derivante dal sequestro sull’attivo costituente il fabbisogno concordatario. La ricorrente proponeva anche un piano in continuità, in parte diretta ed in parte indiretta. Successivamente la Procura Ue con altro provvedimento affermava: “La richiesta di dissequestro merita di essere accolta. Sebbene la procedura di concordato sia in una fase di sviluppo, quanto è stato rappresentato da conto di una possibilità di recupero che, per quanto non integralmente satisfattiva, è certamente superiore a ciò che diversamente si otterrebbe in favore dell’Erario”. Il provvedimento di dissequestro, del resto, non rimetteva le somme nella diretta disponibilità della società ma ne disponeva il riversamento sul conto della procedura di concordato.
L’attestatore ha poi analizzato come ipotesi di sensitività lo scenario derivante dall’ipotetico dissequestro in caso di apertura della liquidazione giudiziale, pervenendo alla conclusione che la soluzione concordataria sia comunque migliorativa rispetto allo scenario di liquidazione giudiziale.
“Alla luce delle considerazioni che precedono - si legge nella decisione - il controllo di ritualità, e pertanto della conformità ai dati normativi di riferimento (artt. 47, 84, 85, 86, 87, 88, CCII) della proposta e del piano può dirsi positivamente superato e la debitrice può essere ammessa alla procedura di concordato”
La società è assistita dallo Studio Legale Stradella con l’Avv. Umberto Stradella e l’Avv. Massimo Pellizzato, per la parte fiscale dal team del Prof. Giulio Andreani, con Erika Andreani e Valeria Andreani, con advisor finanziario la Dottoressa Manuela Giorgetti. Le frodi carosello sull’IVA costituiscono il reato economicamente più rilevante nell’unione Europea, che comporta perdite fiscali stimate in 50 miliardi di euro l’anno dall’Europol. Il concordato preventivo con annessa transazione fiscale - spiega lo studio Stradella - qualora venisse approvato dal voto dei creditori, “si potrebbe dimostrare uno strumento efficace e innovativo per preservare l’attività di impresa ‘sana’, consentendo con il consenso della Procura Europea la definizione transattiva delle pretese fiscali da frode carosello con beneficio per il fisco, ma senza distruzione dell’azienda ed evitando la liquidazione giudiziale”. “Si tratta – concludono i legali- di una vicenda che potrebbe fare da battistrada per i molti casi aperti dalla Procura Europea”.