La Corte europea dei diritti dell'uomo torna a chiarire i limiti all'azione degli Stati che, per ragioni di sicurezza nazionale o di ordine pubblico, adottano misure che di fatto impediscono l'accesso a contenuti e informazioni diffuse da una piattaforma come YouTube, compromettendo il diritto alla libertà di espressione (articolo 10 della Convenzione) sia dal punto di vista di chi trasmette i contenuti sia di chi li riceve
La Corte europea dei diritti dell'uomo torna a chiarire i limiti all'azione degli Stati che, per ragioni di sicurezza nazionale o di ordine pubblico, adottano misure che di fatto impediscono l'accesso a contenuti e informazioni diffuse da una piattaforma come YouTube, compromettendo il diritto alla libertà di espressione (articolo 10 della Convenzione) sia dal punto di vista di chi trasmette i contenuti sia di chi li riceve.
In particolare, con la pronuncia depositata l'8 luglio 2025 nel caso Google...
Dati sulla giustizia relativi al Pnrr: bene il penale, civile resta "arretrato"
di Marco Fabri, Dirigente di ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Bologna
