Giustizia

Gratuito patrocinio, il Coa Roma ricorre al Tar sul mancato adeguamento Istat

Per il Consiglio dell'ordine capitolino si rischia di penalizzare le fasce più deboli

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di Francesco Machina Grifeo

Il Consiglio dell'ordine degli avvocati di Roma ricorre al Tar Lazio contro il mancato adeguamento all'inflazione dei limiti reddituali per l'ammissione al gratuito patrocinio. Il recente decreto infatti, secondo il Coa, non adeguando le nuove soglie al costo della vita dell'ultimo biennio, bensì a quello precedente, rischia di peggiorare la situazione delle fasce meno abbienti.

Con decreto ministeriale del 6 febbraio scorso, pubblicato sulla G.U. del 21 aprile, il nuovo importo è stato fissato in 11.743,93 euro, prendendo come riferimento il periodo che va da luglio 2018 a maggio 2020, dove vi è stata una diminuzione dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai di impiegati pari allo 0,1%. Secondo i legali invece il periodo di riferimento avrebbe dovuto essere il biennio 2021-22 in cui com'è noto vi è stato un balzo dei prezzi.

L'articolo 77 del Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, il Dpr n. 115 2002, prevede infatti che "i limiti di reddito fissati per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato sono adeguati ogni due anni in relazione alla variazione accertata dall'istat dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi nel biennio precedente con decreto dirigenziale del Ministero della Giustizia di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze". Il problema però si è creato in quanto l'ultimo aggiornamento fatto (decreto interdirigenziale 23 luglio 2020, registrato alla Corte dei conti l'11 gennaio 2021) si riferiva alla variazione dell'indice Istat per il periodo 1° luglio 2016 - 30 giugno 2018.

Secondo l'On. Devis Dori autore della prima interpellanza alla Camera in tal modo «viene emanato un nuovo decreto già superato che non prende in considerazione gli aumenti dell'inflazione, a danno delle fasce di popolazione più deboli che hanno così meno possibilità di accedere al beneficio». Infatti, se si prende l'intero periodo la variazione Istat complessiva è stata del 9,20% per cui il limite reddituale avrebbe dovuto essere aggiornato a 12.827,37 euro, con un incremento di 1.080,69 euro rispetto al valore attuale. Ciò, sempre secondo Dori ha comportato di fatto l'esclusione dall'accesso al regime del gratuito patrocinio di «almeno un milione di persone sarebbero state ricomprese dal nuovo decreto».

Mentre secondo Antonino Galletti, Consigliere del CNF e Presidente di Azione Legale, già Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma, sarebbero addirittura due milioni gli italiani tagliati fuori dalla difesa a spese dello Stato.

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