Giustizia

Gratuito patrocinio, il Ministero adegua i limiti di reddito - Presto il Dm in "Gazzetta"

Presto in "Gazzetta" il decreto emanato a seguito delle pressioni dell'Avvocatura che sottolineava il rischio di lasciare scoperte le fasce più deboli

di Francesco Machina Grifeo

Dopo la mobilitazione compatta dell'Avvocatura, il ricorso al Tar del Coa di Roma e il clamore mediatico della notizia, arrivata sui quotidiani nazionali, dell'esclusione da uno a due milioni di persone dal gratuito patrocinio a causa del mancato adeguamento del reddito soglia all'inflazione dell'ultimo biennio (prendendo a riferimento quello precedente), Via Arenula corre ai ripari. Con un comunicato nel fine settimana, il Ministero rende noto di aver adeguato i limiti di reddito per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato con un nuovo decreto interdirigenziale, datato 10 maggio 2023, emanato dal Capo Dipartimento degli Affari di Giustizia con il concerto del Ragioniere Generale dello Stato, ai sensi dell'articolo 77 del Dor 30 maggio 2002, n. 115.

Il nuovo limite di reddito dunque è stato elevato a 12.838,01 euro, in virtù di un aumento del costo della vita rilevato dall'Istat nel biennio 1° luglio 2020-30 giugno 2022 pari al 9,4%.

"Si è reso necessario – si legge nella nota del dicastero - un nuovo intervento a breve distanza dal precedente decreto del 3 febbraio 2023, in quanto quest'ultimo faceva riferimento alla variazione dell'indice dei prezzi al consumo per il periodo dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2020".

La nuova soglia per l'ammissione al gratuito patrocinio diventerà operativa con la pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale, che avverrà "a breve".

Il Dm del 6 febbraio scorso (pubblicato sulla G.U. del 21 aprile) aveva fissato in 11.743,93 euro il nuovo tetto reddituale, prendendo come riferimento un biennio in cui vi era stata addirittura una diminuzione dell'indice dei prezzi al consumo dello 0,1%.

A stretto giro la nota del Consiglio Nazionale Forense che "prende atto e apprezza" l'intervento del Ministero, considerato che il precedente Dm "comportava una forte penalizzazione per i cittadini meno abbienti, i quali vedevano ridotta la possibilità di accedere alla giustizia in un momento di grande difficoltà economica per i contingenti problemi economici che il Paese intero sta attraversando". Il CNF, infatti, con una delibera del 5 maggio scorso, aveva sollecitato il Ministro ad intervenire immediatamente, tenendo conto del tasso di inflazione, pari al 9,4 per cento. "La revisione dei parametri economici per l'accesso al patrocinio a spese dello Stato, frutto di un costante e produttivo dialogo tra il Consiglio Nazionale Forense ed il Ministero della Giustizia - commenta il Presidente del CNF Francesco Greco – rappresenta un principio fondamentale di equità e di giustizia sociale, che restituisce a tutti i cittadini, senza discriminazione economica, il diritto alla tutela dei diritti".

Per l'Aiga "è prevalso il buon senso". Per l'Ocf "l'alternativa sarebbe stata quella di precludere, ad oltre un milione di cittadini, l'accesso alla giustizia, in mancanza di idonea capacità economica". Plaude anche il Coa di Roma. "In un momento di crisi come questa - il commento del Presidente e del Segretario dell'Ordine Paolo Nesta e Alessandro Graziani - il mancato adeguamento avrebbe danneggiato la fascia di popolazione più fragile".

Secondo il computo dell'On. Devis Dori autore della prima interpellanza alla Camera, il vecchio Dm escludeva di fatto "almeno un milione di persone" dall'accesso al regime del gratuito patrocinio. Numeri ancora più alti per Antonino Galletti, Consigliere del CNF e Presidente di Azione Legale, già Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma, che in un intervento aveva parlato addirittura due milioni di italiani tagliati fuori dalla difesa a spese dello Stato.

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