Greco (Cnf): la lentezza della giustizia non dipende dall’alto numero di avvocati
Lo ha detto il Presidente del Consiglio nazionale forense intervenendo a Palermo al convegno della Corte dei conti
”Spesso si sente parlare di servizio giustizia, ma la giustizia non è un servizio, è una funzione primaria dello Stato, è la funzione che assicura l’attuazione dei princìpi costituzionali, l’attuazione delle leggi e dei diritti fondamentali dei cittadini. Sono la magistratura e l’avvocatura ad essere al servizio della giustizia, e la giustizia, funzione indispensabile di uno Stato di diritto, è al servizio del Paese”. Così il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, nel suo intervento al convegno della Corte dei conti in corso a Palermo.
Secondo l’ultimo rapporto Cepej, la Commissione europea per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa, ha osservato Greco, l’Italia risulta essere in linea con le altre nazioni nello stanziamento delle risorse economiche destinate alla giustizia e nella spesa complessiva per abitante, “addirittura superiore a quella dei Paesi Ue”.
Ma “l’Italia è notevolmente al di sotto nel numero dei magistrati, pari alla metà rispetto alla media europea. Poi c’è il numero degli avvocati, il triplo rispetto alla media degli altri Paesi europei, ma è un dato che tende a sfatare la convinzione che sia l’alto numero degli avvocati a determinare l’andamento della giustizia. Perché se è vero che in Italia gli avvocati sono il triplo, 398 ogni 100 mila abitanti a fronte di una media di 172 avvocati in Ue, è altrettanto vero che in Italia vengono smaltiti in primo grado il 104 per cento dei nuovi giudizi a fronte del 98 per cento nei Paesi Ue, in secondo grado il 114 per cento e in Cassazione l’89 per cento. Nel processo penale siamo al 90 per cento mentre in quello amministrativo l’Italia arriva al 117 per cento delle sopravvenienze che viene smaltito”.
”Quello in cui invece l’Italia è fanalino di coda - ha concluso il Presidente del CNF - sono i tempi dei processi, ed è un dato inspiegabile. Perché in primo grado abbiamo una media di 675 giorni per lo smaltimento dei processi a fronte dei 237 europei, quindi il triplo, in Corte d’appello sono 1.026 giorni, quasi 10 volte di più rispetto ai 177 giorni della media Ue, in Cassazione 1.526 giorni a fronte di 172 giorni in Ue. Nel penale occorrono 498 giorni a fronte di 149 in Europa e nel processo amministrativo 862 a fronte di 358”.
“Se le risorse destinate alla giustizia nel nostro Paese sono addirittura superiori rispetto a quelle degli altri Stati europei come è possibile che ci siano questi tempi per la definizione dei processi? Evidentemente le cause stanno nella farraginosità del processo, un processo riformato molte volte, reso sempre più complesso e pieno di trappole per gli avvocati e, quindi, per i cittadini”.
Riforma magistratura onoraria, tappa epocale che va completata
di Mariaflora Di Giovanni, Presidente nazionale dell'Unione nazionale giudici di pace (Unagipa)