Professione e Mercato

I notai in crisi di vocazioni: praticanti dimezzati in 10 anni

Calano anche i redditi, ma digitalizzazione, giovani e aumento delle donne proiettano la professione nel futuro

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di Massimiliano Carbonaro

Non è la tecnologia a mettere in crisi il notariato con la tendenza alla dematerializzazione degli atti e l’ampia informatizzazione del sistema. Il campanello d’allarme per il futuro di questa professione è la perdita di “vocazione” per cui sempre meno giovani ambiscono a diventare notai: il numero di praticanti dal 2010 a oggi si è quasi dimezzato. In più negli ultimi dieci anni c’è stato un calo di oltre il 35% del reddito medio.

Dove va, allora, la professione del notaio? Per Valentina Rubertelli, prima donna a guidare il Consiglio nazionale del Notariato, «digitalizzazione, età media più giovane e sempre più donne sono i macro elementi di novità». Elementi che si inseriscono in un quadro complesso dove non mancano gli aspetti di preoccupazione.

I redditi
La Cassa nazionale del Notariato tiene conto delle registrazioni sul repertorio notarile nel quale sono indicati tutti gli atti stipulati da un notaio e quindi fornisce la fotografia dell’attività anche economica del notaio e ne mostra il suo andamento.

Dal 2010 al 2020 il repertorio medio è sceso da oltre 145mila euro a 94mila. Calo che accomuna le regioni “più ricche” con un meno 20,16% e quelle “più povere” dove è andata ancora peggio con un 38,4% in meno.

Certo i notai restano in cima alla classifica delle professioni più redditizie (secondo le pagelle fiscali Isa 2020), ma non mancano le richieste di aiuto: come i circa 400 professionisti che si sono messi in fila per il bonus Covid da 600 euro, previsto per chi aveva dichiarato redditi fino a 50mila euro.

«Il reddito dei notai è un mito - commenta Giovanni Liotta presidente di Federnotai, la federazione delle associazioni sindacali regionali dei notai italiani - . Il notaio ha dei guadagni che sono in alcuni casi alti, ma moltissimi hanno redditi normali o persino bassi. Si guadagna dove si verificano molte transazioni e sono tutte entrate ben verificate e verificabili dal repertorio notarile».

LA FOTOGRAFIA

Il nuovo identikit
La professione si è svecchiata molto e ha visto l’ingresso di una forte compagine femminile. Sui 5.100 notai attivi in Italia ,il 37,2% è donna, il doppio dal 2010. Peraltro tra gli under 40, quasi la metà è donna. In generale si tratta di una fascia di età in grande crescita, anche in base alle recenti immissioni.

Ma è proprio questa la fascia di età che sta più soffrendo economicamente: nell’ultimo decennio per i più giovani c’è stato un sostanziale dimezzamento dei valori (da 108mila a 55mila euro medi circa), proprio mentre cresceva la loro rappresentanza.

«Se rallenta o si ferma l’economia anche l’attività del notaio si ferma o rallenta - commenta Francesco Giambattista Nardone, presidente della Cassa di categoria - . Così anche i nostri indicatori relativi all’attività economica sono scesi. La crisi ha riguardato tutti. Certo i giovani hanno avuto maggiori difficoltà».

Il difficile successo economico è certo uno dei motivi alla base del calo delle “vocazioni”: nel 2010 i praticanti erano 1.031 e nel 2020 sono stati 588, (-43%). L’accesso è regolato dai concorsi pubblici , dunque dal numero di sedi messe a concorso di volta in volta (400 per il prossimo dicembre). In ogni caso ai concorsi continuano a presentarsi intorno ai 1.800–2.000 aspiranti notai, perché c’è chi, non avendocela fatta al primo tentativo, si rimette in gioco. Anche più volte.

Si diventa notai dopo un percorso molto lungo e impegnativo: «Quindi, prima di dedicare anni a un concorso, di cui comunque andiamo molto fieri per la sua serietà, un giovane ci riflette - aggiunge Rubertelli - soprattutto dopo il calo degli incassi».

Il notaio digitale
In questo scenario si sta inserendo una trasformazione profonda che riguarda la digitalizzazione e la dematerializzazione degli atti.

« Il processo di tecnologizzazione e di digitalizzazione – conclude la presidente Rubertelli – non ci fa paura, perché continueremo a essere garanti per ogni atto. La vera sfida sarà nei prossimi anni la presenza di garanzie di certezza, affidabilità e legalità in un mondo digitalizzato e con i clienti sempre più attivi da remoto».

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