La Cassazione evidenzia la differenza tra la corruzione propria (articolo 319) e la corruzione nell'esercizio della funzione. Nel primo caso la dazione del denaro non basta a configurare il reato senza la finalizzazione di tale erogazione all'impegno futuro per un comportamento contrario ai doveri d'ufficio o di un già avvenuto comportamento illecito, nel secondo caso il reato ha invece natura di pericolo e non serve dunque individuare l'atto contrario ai doveri di ufficio.
La sentenza della Cassazione contiene alcune interessanti puntualizzazioni in tema di corruzione propria (articolo 319 del Cp).
Il nesso causale tra l'atto contrario e la dazione
In primo luogo, ineccepibile è la valorizzazione dell'esigenza di dimostrare il "nesso di causa" tra l'atto e la dazione/promessa di un'utilità da parte del privato.
La Corte sul punto ribadisce, a chiare lettere, che il paradigma normativo dell'articolo 319 del Cp è esplicito nel significare che la dazione indebita, dal corruttore al corrotto, deve essere finalizzata all'...
Condominio e mediazione civile, i nodi sul ruolo dell'amministratore
di Antonio Scarpa - Consigliere della Corte di cassazione