Amministrativo

Il Consiglio di Stato boccia la “supertassa” per il rinnovo del permesso di soggiorno

Il contributo chiesto agli immigrati in Italia per avere il permesso di soggiorno è troppo oneroso. Il Consiglio di Stato, con sentenza breve della III sezione giurisdizionale numero n. 4487 del 2016 ha ribadito che il governo dovrà quindi cancellare la “supertassa” di 200 euro che gli stranieri sono costretti a pagare per i permessi di lungo corso.
In questo senso si era già pronunciato il Tar del Lazio, nel marzo scorso, richiamandosi a una sentenza della Corte europea di giustizia che bollava come «irragionevole e discriminatorio» l'importo necessario per soggiornare in Italia, indicando come cifra congrua «quella pagata dai cittadini italiani per prestazioni simili». Vale a dire, non più dei 30 euro che si spendono in anagrafe per l'emissione di alcuni documenti. Il Consiglio di Stato annulla di fatto il decreto del ministero dell'Economia che fissa le tariffe per il contributo da pagare per i permessi di soggiorno.
A promuovere la causa amministrativa che ha portato al pronunciamento del Consiglio di Stato sono stati i legali di Inca Cgil. In sede civile, davanti al Tribunale di Milano, la questione è invece stata sollevata dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri. Spiega Guariso: «Il Consiglio di Stato mon solo ha dichiarato troppo cara la tassa di 200 euro per i permessi di lungo corso, ma anche quelle da 80 o 100 euro per i permessi da un anno o due. Tutti gli stranieri che hanno pagato quegli importi hanno diritto a un risarcimento». Anche prima della sentenza del Consiglio di Stato, un'ordinanza del giudice di Milano Martina Flamini aveva riconosciuto a sei immigrati il diritto al risarcimento delle spese.

Consiglio di Stato – Sezione III – Sentenza 26 ottobre 2016 n. 4487

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