Penale

Il detenuto con il Parkinson resta in carcere se è socialmente pericoloso

Non sussiste violazione del diritto alla salute nei termini indicati dalla Costituzione e dalla Cedu

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di Giampaolo Piagnerelli

L’imputato affetto dal morbo di Parkinson non può ottenere gli arresti domiciliari, in luogo del più duro regime carcerario, se dimostra una pericolosità sociale tale da essere qualificato come “incontrollabile”. E’ questo il principio espresso dalla Cassazione con la sentenza n. 22034/25.

La vicenda

Venendo ai fatti l’imputato ha presentato ricorso in...