Amministrativo

Incostituzionali le leggi irrimediabilmente oscure che creano incertezza

La Corte costituzionale, con la sentenza 110 (redattore Francesco Viganò) accogliendo un ricorso del governo, ha dichiarato non compatibile con la Carta una disposizione in materia edilizia contenuta in una legge della Regione Molise

di Patrizia Maciocchi

Sono incostituzionali le leggi irrimediabilmente oscure, che creano incertezza. Il cittadino ha, infatti, il diritto di confidare in leggi chiare che scongiurino il pericolo di interpretazioni diverse in violazione del principio di ragionevolezza.

La Corte costituzionale, con la sentenza 110 (redattore Francesco Viganò) accogliendo un ricorso del governo, ha dichiarato non compatibile con la Carta una disposizione in materia edilizia contenuta in una legge della Regione Molise.

La norma stabiliva l’ammissibilità di non meglio precisati “interventi” all’interno di “fasce di rispetto” contenute nelle “aree di piano”, senza precisare a quali piani facesse riferimento. L’ammissibilità di tali interventi, era prevista «previa V.A. per il tematismo che ha prodotto la fascia di rispetto»: espressione che la Corte bolla come incomprensibile. Del resto la stessa Regione aveva dato prova di un’oggettiva confusione, assegnando, nelle sue memorie difensive, all’acronimo “V.A.” due significati diversi (“valutazione ambientale” e “verifica di ammissibilità”). Infine, la disposizione, dal «significato radicalmente inintellegibile» non si inseriva in alcuna legge preesistente, restando “sospesa nel vuoto”. Era dunque impossibile interpretare i suoi requisiti alla luce dello specifico contesto normativo di riferimento.

La Consulta ricorda che, da tempo esercita, in materia penale ma non solo, un controllo sui requisiti minimi di chiarezza e precisione che debbono possedere le norme incriminatrici. Un rigore, sottolinea il giudice delle leggi, che certamente si impone di più in materia penale, dove è in gioco la libertà personale, ma che va usato anche per le norme che regolano la generalità dei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini, o i rapporti reciproci tra questi ultimi.

Anche in questi ambiti i cittadini hanno «un’ovvia aspettativa a che la legge definisca ex ante, e in maniera ragionevolmente affidabile, i limiti entro i quali i suoi diritti e interessi legittimi potranno trovare tutela, sì da poter compiere su quelle basi le proprie libere scelte d’azione». Certezze che una legge, “irrimediabilmente oscura” come nel caso esaminato, non permette di avere.

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