Professione e Mercato

L’avvocatura allo specchio: i conti con la precarietà

Indagine Censis, per la prima volta le donne avvocato più numeorse degli uomini

di Federica Micardi

La presentazione dell’indagine Censis sull’avvocatura, commissionata da Cassa forense per il quinto anno consecutivo e presentata ieri attraverso una diretta streaming, è stata l’occasione per parlare dell’impatto della pandemia sull’attività e sulle aspettative future degli avvocati.

Effetto crisi

Dall’indagine anticipata ieri su «Il Sole 24 Ore», sono emersi alcuni dati significativi: il 2019 è stato l’anno del sorpasso perché le donne avvocato sono 115.714 mentre gli uomini 115.571; il 32,9% degli avvocati considera la propria posizione lavorativa molto critica e per il 36,9% peggiorerà nei prossimi due anni; il 61,5% degli iscritti alla Cassa forense ha chiesto il reddito di ultima istanza e il 29,6% durante il lockdown ha lavorato esclusivamente a distanza.

La posizione della Cassa

Nell’introdurre i lavori, il presidente di Cassa forense Nunzio Luciano ha detto che il futuro sarà sempre più difficile - e questo spiega il pessimismo rilevato - ma offrirà grandi opportunità e nuove possibilità, «dobbiamo essere il front runner insieme alle rappresentanze dell’avvocatura» – ha affermato Luciano – che poi ricorda come la collaborazione con l’Adepp, l’associazione delle Casse di previdenza dei professionisti permette di fare sinergie anche tra diverse professioni. Grazie all’azione dell’Adepp, le professioni ordinistiche hanno ottenuto il reddito di ultima istanza – dal quale in un primo momento erano state escluse – «una forma di aiuto che si è rivelata importante – sottolinea il presidente Adepp Alberto Oliveti - e lo dimostra il fatto che mezzo milione di professionisti lo hanno richiesto e ottenuto, ma non ci si deve limitare a dare assistenza al momento del bisogno». Secondo Oliveti serve una visione circolare delle Casse, che non si limitano ad essere presenti nella fase post attiva del professionista ma sono attente e presenti anche nella fase lavorativa. «Lo shock causato dalla pandemia ci invita a orientarci verso un’evoluzione adattativa, una sorta di darwinismo sociale professionale – sostiene Oliveti – e solo chi si adatterà velocemente potrà reggere l’impatto». Tiziana Stallone, vice presidente Adepp e presidente della Cassa biologi (Enpab), sottolinea la trasformazione avvenuta nelle Casse che sono passate da un’azione assistenziale a una preventiva e a sostegno delle fragilità del sistema, come sono i giovani che iniziano l’attività.

Lo stop della Ragioneria

Nell’incontro di ieri si è anche parlato del recente rifiuto da parte della Ragioneria generale dello Stato (ministero dell’Economia) a Cassa forense che chiedeva l’applicazione della sentenza della Corte costituzionale 7/2017, con cui è stata stabilita l’incostituzionalità del versamento, da parte della Cassa dei commercialisti (che aveva presentato ricorso), dei risparmi da spending review imposti agli enti pubblici, Casse comprese, dalla legge 135/2012.

«Intendiamo rispondere al Mef che non si può dichiarare l’incostituzionalità di una norma e far valere questa incostituzionalità solo per una Cassa - spiega Luciano - e in relazione alla risposta ci regoleremo, noi cerchiamo sempre il dialogo per questo abbiamo scritto al ministero del Lavoro e chiesto un incontro per risolvere quello che io ritengo essere un disguido». Anche secondo Oliveti, che parla nel doppio ruolo di presidente Adepp e presidente Enpam, l’ente di previdenza dei medici, la posizione del Mef è contestabile e sarà contestata.

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