Riforma della giustizia civile in chiaro scuro per l'Uncc
Il commento di Antonio de Notaristefani, Presidente dell'Unione nazionale delle camere civili, all'indomani dell'approvazione da parte del Cdm dei tre decreti attuativi sulla Giustizia previsti dal Pnrr
La riforma della giustizia civile è un intervento di sistema, che riguarda sia il rito sia l'organizzazione, nonostante però gli stanziamenti consistenti difficile raggiungere in pochi anni l'obiettivo di ridurre i tempi dei processi del 40% e l'arretrato del 90 per cento. Questo il commento di Antonio de Notaristefani, Presidente dell'Unione nazionale delle camere civili, all'indomani dell'approvazione da parte del Cdm dei tre decreti attuativi sulla Giustizia previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Secondo de Notaristefani alcune scelte sicuramente sono utili, l'Ufficio del processo a esempio potrà fornire un supporto operativo ai magistrati e migliorarne la produttività e la rinnovata disciplina dell'appello, sopprimendo formalismi inutili, produrrà una effettiva semplificazione. Come pure il rinvio pregiudiziale in Corte di cassazione, che avrà benefici importanti in particolare sulle cause seriali.
Sul fronte sanzioni invece, l'Associazione degli avvocati civilisti italiani critica la decisione di multare chi ha solo agito in giudizio, persino quando non c'è né mala fede né colpa grave e pertanto si augura che la Corte costituzionale possa eliminare rapidamente un'ingiustizia del genere.
Per quanto riguarda il giudizio di primo grado, il Presidente dell'Uncc ha seri dubbi che le innovazioni introdotte, riesumando in larga parte quel che nel passato era fallito, possano davvero ridurne i tempi: i tempi dipendono dal numero di coloro che decidono e non dal rito in sé. Mentre ha la certezza che la nuova disciplina produrrà oneri gravosi per tutte le parti, ritmi eccessivamente penalizzanti per il convenuto e norme molto ambigue. Rispetto anche ai metodi alternativi di risoluzione delle controversie, per l'Uncc è giusta la previsione degli incentivi fiscali, ma riservarli soltanto alla mediazione, senza lasciare ai cittadini la possibilità di operare una opzione usufruendo dello stesso trattamento fiscale, è una scelta poco comprensibile.
La nota si conclude con un apprezzamento per quello che di buono è stato fatto ma con il rammarico che si poteva fare di più, ascoltando i suggerimenti concordi di tutti coloro che si occupano professionalmente del processo.
Forse c'è ancora tempo la riforma sarà operativa dal prossimo 30 giugno.
Immigrazione: un modo di far leggi che porta a norme poco organiche
di Ennio Codini - Professore associato di diritto pubblico presso l'Università Cattolica di Milano