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La disciplina sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e il caso dei Macachi di Parma difesi da Lav: udienza finale in Consiglio di Stato il 28 gennaio

La vicenda del progetto di ricerca Light Up sulla capacità visiva, e delle pronunce in ambito giudiziario che si sono susseguite a seguito dei ricorsi della LAV, è stato probabilmente il primo caso in Italia, ad oggi, dove si è chiesto un giudizio del Giudice amministrativo sulla legittimità delle autorizzazioni all'utilizzo di primati non umani nei progetti di ricerca.


La vicenda del progetto di ricerca Light Up sulla capacità visiva, e delle pronunce in ambito giudiziario che si sono susseguite a seguito dei ricorsi della LAV, è stato probabilmente il primo caso in Italia, ad oggi, dove si è chiesto un giudizio del Giudice amministrativo sulla legittimità delle autorizzazioni all'utilizzo di primati non umani nei progetti di ricerca. Si tratta di un progetto di ricerca impugnato dalla LAV ritenendo il protocollo autorizzato dal Ministero della Salute, non rispondente ai criteri di Legge., lo comunica una nota dello Studio.

Premesso che il quadro normativo di riferimento europeo e nazionale è sempre più stringente a tutela di questi animali e ne limita l'impiego soltanto in casi eccezionali, per la prima volta un'autorizzazione a un progetto di ricerca ha così avuto un tale scrutinio giudiziario innanzi a vari collegi di magistrati - tra Tar e Consiglio di Stato - e le parti coinvolte, in particolare l'Università di Parma e Torino e il Ministero della Salute, sono state così chiamate a spiegare innanzi ai Giudici amministrativi il perché questo progetto di ricerca è stato autorizzato.

L'udienza del 28 gennaio 2021 innanzi al Consiglio di Stato sarà la pronuncia finale su questi profili, ma nel mentre possibile svolgere alcune considerazioni di carattere generale, alla luce dei provvedimenti in fase cautelare che hanno gettato importanti principi di diritto, che dovranno finalmente essere recepiti per i futuri poteri autorizzatori da parte del Ministero della Salute e Consiglio Superiore di Sanità in materia di sperimentazione animale, in particolare di specie particolarmente protette.

"Più nel dettaglio – spiega l'Avv. Carla Campanaro, responsabile dell'Ufficio Legale LAV - il Consiglio di Stato ha chiarito la pari rilevanza rispetto all'interesse alla ricerca degli interessi sottesi alla protezione degli animali che devono permeare il procedimento autorizzatorio. E questo al punto di sospendere in ben due occasioni l'autorizzazione al progetto, al fine di verificare nel mentre il corretto esercizio del potere amministrativo da parte del Ministero della Salute. Ha inoltre ribadito che la motivazione correlata a una autorizzazione all'utilizzo di specie particolarmente protette, come i primati non umani, ma anche cani e gatti, deve essere chiara e dettagliata ed esaustiva come richiesto dalla norma, al punto da arrivare a coinvolgere un organo terzo quale Verificatore che potesse chiarire alcuni controversi aspetti sul punto. In pratica partendo dal principio che l'utilizzo di tali specie è vietato, se non a determinate condizioni, dalle autorizzazioni deve discendere tutto l'iter logico ed argomentativo del rispetto dei requisiti della norma in assenza di cui, potenzialmente, un progetto di ricerca può rischiare la sua sospensione."


LAV non ha esitato a denunciare le evidenti incongruenze di questo progetto, nonostante i tentativi di "bavaglio" e di intimidazione, come la denuncia da parte del Prof. Bonini dell'Università di Parma - che aveva contestato l'utilizzo di alcune frasi riferite alla sua sperimentazione, dalla LAV e dal suo Presidente - ritenuta del tutto inammissibile dal Procura e Tribunale penale di Parma e rigettata pienamente perché "criticare il ricorso alla sperimentazione animale sui macachi e le loro condizioni" è del tutto lecito e "pertinente al ruolo ricoperto" (www.lav.it/news/macachi-torino-archiviata-denuncia).

Una battaglia giudiziaria e culturale tra Davide e Golia, con manifestazioni, una eco a livello nazionale ed oltre, due interrogazioni a Camera e Senato e una alla Commissione Europea da parlamentari di diversi schieramenti; con il sostegno di quasi 450.000 persone che hanno aderito alla campagna LAV #CIVEDIAMOLIBERI, per chiedere una ricerca utile ed etica, senza vivisezione.

Leggi l'approfondimento giuridico dell'Avv. Carla Campanaro (urly.it/39zgz)

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