Comunitario e Internazionale

Legittima l’autenticazione notarile della vendita di un immobile di società russa

Non viola il divieto di prestare consulenza a persone giuridiche russe il notaio che autentichi il contratto in quanto si tratta di attività indipendente e imparziale attribuitagli dallo Stato membro di appartenenza

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di Paola Rossi

L’autenticazione notarile della vendita da parte di una società russa di un immobile sito in un Paese membro non viola il divieto generale di prestare consulenza giuridica a persone giuridiche della Russia. Lo ha stabilito la Corte Ue con la sentenza sulla causa C-109/23 interpretando le norme europee che, a partire dal 2014, hanno varato restrizioni contro la Russia per le sue operazioni in Ucraina a partire dall’annessione della Crimea. Restrizioni poi intensificate nel 2022 a seguito dell’invasione indiscriminata proseguita dalla Russia in territorio ucraino.

Il divieto di prestare consulenza giuridica
La Cgue afferma, infatti, che un notaio non viola le sanzioni contro la Russia nell’autenticare la vendita di un immobile appartenente a una società russa non compresa in un determinato elenco, quali il congelamento dei fondi. Mediante l’autenticazione infatti un notaio non presta un servizio di consulenza giuridica, ma agisce in modo indipendente e imparziale nell’ambito di un incarico affidatogli dallo Stato.

Il caso a quo
Un notaio tedesco aveva rifiutato di autenticare un contratto di vendita avente a oggetto un appartamento situato a Berlino, appartenente a una società russa. Il notaio riteneva che non si potesse escludere che tale autenticazione violasse il divieto generale di fornire servizi di consulenza giuridica a persone giuridiche stabilite in Russia. L’Unione europea aveva adottato questo divieto generale nel 2022 al fine di intensificare la pressione esercitata sulla Russia affinché essa metta fine alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina.

Tale divieto generalizzato si applica a tutte le persone giuridiche stabilite in Russia, indipendentemente dalla questione se siano iscritte negli elenchi di persone alle quali si applicano sanzioni, quali il congelamento dei fondi. Il divieto generale è stato fissato con la modifica recata dal Regolamento Ue n. 2022/1904 all’iniziale Regolamento Ue n. 833/2014, concernente “misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina”.

Il rinvio pregiudiziale
Il Tribunale del Land di Berlino ha quindi rinviato la questione alla Corte di giustizia dell’Unione europea la quale ha affermato che l’autenticazione, da parte di un notaio, di un contratto di vendita di un bene immobile appartenente a una persona giuridica stabilita in Russia non rientra nel divieto di fornirle servizi di consulenza giuridica.

Secondo la Cgue, con l’autenticazione, il notaio svolge, in modo indipendente e imparziale, una funzione di servizio pubblico. Al di là di tale attività il notaio non fornisce con l’autenticazione una consulenza giuridica destinata a promuovere gli interessi specifici delle parti.

E, secondo la Cgue, neppure i compiti svolti dal notaio per garantire l’esecuzione di un contratto di compravendita immobiliare autenticato (trasferimento dell’importo del prezzo di vendita al venditore, rimozione degli oneri gravanti sull’immobile e la trascrizione del trasferimento di proprietà nel registro fondiario) sembrano implicare la prestazione di una consulenza giuridica.

La prestazione di un interprete
Non rientra nella restrizione imposta neanche l’intervento di un interprete, in quanto non fornisce con la sua opera una consulenza giuridica. Quindi neanche l’attività di traduzione è prestazione che rientra nel divieto generale di esercitare consulenza giuridica a società russe.

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