Professione e Mercato

Lo scenario globale dei reati white collars

I dati emersi dal Global Corruption Index (GCI), l'indice elaborato da Global Risk Profile (GRP) e giunto alla sua quarta edizione, forniscono una valutazione sullo stato della corruzione e di altri crimini white collars nel mondo, come il riciclaggio di denaro e le problematiche di finanziamento del terrorismo.

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di Emanuele Salamone*

Con "crimini dei colletti bianchi" " si intendono i reati commessi da persone di elevata condizione sociale, nel corso della loro carica istituzionale o professionale. Il nome (dall'inglese white collars) deriva dall'abito che normalmente queste persone indossano: una camicia bianca, il cui candore rimanda, appunto, al bisogno di non sporcarsi per compiere le proprie mansioni.

Tra questi ci sono medici, magistrati, insegnanti, impiegati, manager d'azienda, dirigenti e funzionari pubblici, ma anche leader della politica e dell'economia che colpiscono una o più delle seguenti categorie di vittime: consumatori, concorrenti, azionisti e altri investitori, inventori, dipendenti o lo Stato stesso, leso dalle frodi fiscali e dalle corruzioni dei pubblici funzionari.

Non è facile però reperire dati puntuali su cui fondare confronti significativi per stabilire se davvero da noi la corruzione sia tanto maggiore che in altri Paesi europei e, addirittura, in alcuni africani e asiatici. Si tratta, infatti, di statistiche spesso basate sulla cosiddetta "corruzione percepita" e che quindi penalizzano, paradossalmente, proprio i Paesi che più si impegnano nel contrasto al fenomeno, non tentano di nasconderlo e anzi ne fanno oggetto di dibattito pubblico.

I dati emersi dal Global Corruption Index (GCI), l'indice elaborato da Global Risk Profile (GRP) e giunto alla sua quarta edizione, forniscono una valutazione sullo stato della corruzione e di altri crimini white collars nel mondo, come il riciclaggio di denaro e le problematiche di finanziamento del terrorismo.

Secondo un'analisi dei dati emerge che, sebbene non sia possibile dedurre un effetto causale, la crisi sanitaria è andata e va in parallelo a una aumentata percezione della corruzione e a un calo generale dell'efficacia dei governi tra il 2020 e il 2021.

Quest'anno la Finlandia è al primo posto nel GCI, seguita da Norvegia, Nuova Zelanda, Danimarca e Svezia. Questi cinque paesi hanno gareggiato ai massimi livelli negli ultimi 3 anni, consolidando le loro posizioni leader nel GCI. Il continente europeo rimane la regione più performante, con il punteggio di rischio più basso (29,7), ben davanti all'Oceania (39,6) e al Nord America (43,6), rispettivamente 2° e 3° nella classifica regionale. I migliori risultati per regione sono stati raggiunti dal Canada per il Nord America, Uruguay per il Sud America, Finlandia per l'Europa, Mauritius per l'Africa, Singapore per l'Asia e la Nuova Zelanda per l'Oceania.

Classificata al 36° posto su 196 paesi e territori, l'Italia affronta rischi relativamente bassi di corruzione e altri reati "colletti bianchi". Il paese offre in particolare una forte trasparenza a livello societario e di proprietà e le autorità italiane possono cooperare efficacemente a livello internazionale per combattere il riciclaggio di denaro. Il suo punteggio GCI (30,1/100) è tuttavia appena al di sotto della media dei paesi del G20 (32,2/100). Anche per quanto riguarda l'UE, il paese è in ritardo, posizionandosi al 19° posto su 27 paesi.Gli Stati Uniti sono al 35esimo posto su 196 paesi e territori, mentre Cina e Russia si trovano rispettivamente al 118esimo e 120esimo posto.

I migliori classificati nelle prime posizioni del GCI, come il Regno Unito (8°), i Paesi Bassi (11°), la Svizzera (12°), la Germania (14°) e il Lussemburgo (17°), sono arretrati a causa delle scarse prestazioni nel "sottoindice White Collar Crimes", che misura in particolare i rischi legati al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo. Il Lussemburgo presenta il divario più elevato tra i primi 20 best performer del GCI, perdendo 50 posizioni tra il sottoindice "Corruption" (9°) e il sottoindice "White Collar Crimes" (59°). Ciò aumenta la consapevolezza sull'importanza di andare oltre la nozione di corruzione, aggiungendo altre misure sulla criminalità dei colletti bianchi per ottenere una valutazione del rischio più completa e sfumata a livello globale.

I paesi che presentano il rischio più elevato nel GCI sono Repubblica Democratica del Congo, Yemen, Libia, Siria e Corea del Nord, ultimi arrivati.

*L'edizione aggiornata 2021 del GCI offre un punteggio di rischio, una classifica e una valutazione per ben 196 paesi e territori sulla base di una serie di 43 variabili ed è la prima edizione ad essere emessa sulla base dei dati raccolti post-dichiarazione della Pandemia di Covid-19."

* di Emanuele Salamone, Ceo e Founder di Salamone & Partners

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