Civile

Magistrati (Anm): separazione carriere è strappo a Costituzione, sarà sciopero

L’assemblea straordinaria, nell’Aula Magna della Cassazione, con oltre 700 partecipanti, ha approvato la mozione «In difesa della Costituzione»

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di Francesco Machina Grifeo

Linea dura dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) contro la riforma della giustizia portata avanti del governo Meloni. Durante l’Assemblea straordinaria nell’Aula Magna della Cassazione, con oltre 700 partecipanti, le toghe hanno approvato una mozione unanime che inviata ad “immediata mobilitazione” con la proclamazione di una o più giornate di sciopero, la creazione di un comitato referendario e una manifestazione nazionale.

Non piace nulla del progetto governativo che mira alla separazione delle carriere, alla istituzione di un doppio Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) e la creazione di un’Alta Corte disciplinare. Per il presidente Giuseppe Santalucia il progetto è “uno strappo al tessuto costituzionale”. Santalucia risponde alle dichiarazioni di Giorgia Meloni, giudicandole “paternalistiche” e respingendo l’idea che la magistratura debba essere “liberata dalla politica”.

Secondo le toghe dunque la separazione delle carriere “non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento del servizio giustizia, ma determina l’isolamento del pubblico ministero, mortificandone la funzione di garanzia e abbandonandolo ad una logica securitaria, nonché ponendo le premesse per il concreto rischio del suo assoggettamento al potere esecutivo”. In definitiva, prosegue il documento approvato, è una riforma che, “stravolgendo l’attuale assetto costituzionale e l’equilibrio tra i poteri dello Stato, sottrae spazi di indipendenza alla magistratura, riducendo le garanzie e i diritti di libertà per i cittadini”.

Tra le iniziative previste dunque anche “l’istituzione di un comitato operativo a difesa della Costituzione aperto all’avvocatura, all’università, alla società civile, indipendente da ogni ingerenza politica, anche in vista di una possibile consultazione referendaria, per far conoscere alla cittadinanza i pericoli derivanti dalla riforma”.

E ancora: la proclamazione “in relazione all’iter parlamentare del Ddl” di una o più giornate di sciopero e “l’organizzazione di almeno una manifestazione nazionale da svolgersi dopo l’eventuale approvazione in prima lettura”.

Prevista anche una protesta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e il “coinvolgimento delle istituzioni europee preposte al monitoraggio dell’indipendenza e imparzialità della magistratura, anche per attivare eventuali procedure di infrazione”.

Per Santalucia la magistratura si sente “pesantemente sotto attacco” da parte di una “buona parte della stampa e dei media, che la feriscono con ogni genere di accuse”. Tutto ciò “è reso possibile dall’insofferenza che settori importanti della politica ostentano nei confronti della giurisdizione”.

Per il segretario generale, Salvatore Casciaro, nell’eventuale referendum il “quesito vero, e sarà il nostro sforzo da comunicare ai cittadini, sarà ’volete ancora dei magistrati indipendenti dalla politica? Questa è la domanda che speriamo i cittadini comprendano. E mi auguro che a questo quesito sia data la risposta che tutti noi ci attendiamo”.

Secondo il numero due del sindacato, Alessandra Maddalena, il Ddl “potrebbe essere solo la cornice finale in cui inquadrare in modo definitivo una magistratura indebolita e normalizzata”. Da qui l’invito “a rimboccarsi le maniche” perché è “tempo di superare gli indugi: tocca a tutti i magistrati schierarsi. Tutti. C’è qualcosa di troppo grande in gioco”.

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