Famiglia

“Mediatore familiare”, Dm in GU: da 80 a 160 euro a incontro

Pubblicato sulla Gazzetta n. 255/2023 il Decreto del Ministero delle Imprese e del made in Italy del 27 ottobre 2023 n. 151

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di Francesco Machina Grifeo

Con la pubblicazione sulla G.U. n. 255/2023 del “Regolamento sulla disciplina professionale del mediatore familiare” ( Dm Imprese e del made in Italy del 27 ottobre 2023 n. 151 ) si completa un altro tassello della Riforma Cartabia (Dlgs n. 149/2022 che ha inserito il Capo – I bis – “Dei mediatori familiari” nel Regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368).

In primis il decreto, che si compone di 10 articoli, ne definisce il ruolo: il mediatore familiare “è la figura professionale terza e imparziale, con una formazione specifica, che interviene nei casi di cessazione o di oggettive difficoltà relazionali di un rapporto di coppia, prima, durante o dopo l’evento separativo” con lo scopo “di facilitare i soggetti coinvolti nell’elaborazione di un percorso di riorganizzazione di una relazione, anche mediante il raggiungimento di un accordo direttamente e responsabilmente negoziato e con riferimento alla salvaguardia dei rapporti familiari e della relazione genitoriale, ove presente”.

Il compenso va da 80 a 160 euro a incontro a seconda della “complessità” e della “conflittualità”, elementi che saranno indicati dal mediatore al cliente in forma scritta prima di assumere l’incarico. Nella cifra non sono ricomprese le spese forfettarie, nè gli oneri e i contributi dovuti a qualsiasi titolo. Il compenso comprende invece le attività “accessorie alla prestazione professionale”. Mentre per gli incarichi non conclusi “si tiene conto dell’opera effettivamente svolta”.

Ciascuno dei mediandi, si legge nel decreto, si impegna a corrispondere al mediatore familiare per ogni incontro effettivamente svolto la somma di € 40,00 oltre oneri di legge”. La somma è moltiplicata secondo i seguenti parametri: a) bassa complessità e conflittualità: moltiplicato 1; b) media complessità e conflittualità: moltiplicato 1,5; c) alta complessità e conflittualità: moltiplicato 2”.

Per esercitare la professione oltre ai requisiti di onorabilità, si deve essere in possesso del diploma di laurea almeno triennale nell’area disciplinare umanistico-sociale e di una attestazione rilasciata dalle associazioni professionali oltre a una certificazione di conformità del singolo professionista alla normativa tecnica UNI 11644. L’attività rimane comunque possibile per coloro chi siano “già in possesso dell’attestato di mediatore familiare”.

Il corso di formazione iniziale consiste in “non meno di duecentoquaranta ore di lezioni teorico-pratiche, di cui almeno il 70 per cento dedicato alle materie della mediazione familiare”. Il 75 per cento del monte ore deve essere svolto in presenza o mediante collegamento audiovisivo in modalità sincrona. Previste poi “non meno di ottanta ore di pratica guidata con un formatore con pluriennale esperienza di mediatore familiare, di cui almeno quaranta in affiancamento in procedimenti di mediazione familiare”.

Mentre l’esame finale comprendente: 1) una prova scritta con domande a risposte aperte; 2) una prova pratica effettuata con la tecnica del tipo giuoco di ruolo («role playing»); 3) una prova orale consistente in un colloquio valutativo, preceduto dalla presentazione di un elaborato scritto relativo al percorso formativo svolto.

Tra le materie di studio figurano: a) la teoria del conflitto e il conflitto familiare; b) i rapporti patrimoniali e personali della coppia e la filiazione; c) i diversi modelli di coppia e di famiglia; d) i cicli di vita della coppia e della famiglia; e) la crisi della coppia e le conseguenze sul rapporto con i figli e l’intervento del mediatore; f) l’approccio socio-psicologico alle relazioni familiari; g) la tutela dei minori; h) le esigenze, i bisogni e le fasi di sviluppo dei figli; i) l’intervento dello psicologo nella mediazione e la tecnica dell’ascolto del minore; l) i sistemi di risoluzione alternativa delle controversie e i tipi di mediazione; m) la figura del mediatore familiare; n) le fasi del percorso di mediazione familiare; o) i metodi e le tecniche di mediazione dei conflitti, con particolare riguardo alla crisi coniugale e ai rapporti tra genitori e i figli; p) la rielaborazione del conflitto e l’accordo finale di mediazione; q) gli studi e le esperienze di mediazione familiare in Italia e all’estero; r) la violenza domestica e di genere.

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