Mefistofelico? Diffamante l’accostamento a Satana
Accusare il sindaco di essere mefistofelico è diffamazione. Perché il paragone con Belzebù lede il sentimento religioso del primo cittadino, ed è comunque, offensivo per chiunque a prescindere dalle convinzioni religiose. La Cassazione (11767) accoglie così il ricorso contro la sentenza della Corte d’Appello che aveva escluso il reato a carico di un cittadino che messo in città dei manifesti nei quali accostava il sindaco a Belzebù per il degrado nel quale era lasciato il cimitero. Per i giudici territoriali rientrava tutto nel diritto di critica. I fatti erano veri, e c’era l’interesse della collettività alla notizia. Un’esimente riconosciuta malgrado i toni forti che si muovevano comunque «nel solco della metafora mortuaria».
Quanto all’offesa del sentimento religioso, il ricorrente non aveva provato l’incidenza del fattore religioso nella sua formazione culturale e personale. per la Cassazione difficile dare la prova richiesta, questa sì, “diabolica”. La questione è comunque superata perché «l’accostamento al diavolo costituisce un’affermazione che, solitamente, ha carattere offensivo anche a prescindere dalle convinzioni religiose di ciascuno».