Nordio: A.I. può essere opportunità ma va sempre controllata
Il Ministro della Giustizia è intervenuto al convegno “Intelligenza artificiale: il nuovo rinascimento” organizzato dal Sole 24 Ore e Radio 24 in collaborazione con il Associazione IMQ e Gruppo IM
“L’Intelligenza artificiale è una creazione dell’uomo, in sé è una macchina stupida, ed è fatta per restituire all’uomo quanto vi ha messo dentro. Deve sempre essere controllata sia all’inizio della elaborazione algoritmica che ex post; così come già accade per la diagnosi del medico. La mia idea è che costituisca sicuramente un grave rischio ma che sia anche una grandissima opportunità: ecco, dobbiamo lavorare per trasformare questi rischi e pericoli in una opportunità”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenuto questa mattina a Roma, presso la Casina Valadier, al convegno dal titolo “Intelligenza artificiale: il nuovo rinascimento” organizzato dal Sole 24 Ore e Radio 24 in collaborazione con l’Associazione IMQ e Gruppo IM rivolto al mondo dell’imprenditoria e industria, formazione, sanità e medicina, infrastrutture, economia e finanza, sicurezza e giustizia.
Il Ministro, stimolato sulla possibilità che si arrivi ad un giudice “algoritmico”, ha affermato che la AI “può essere di supporto” alla decisione e che l’aiuto “più elementare è il supporto della giurisprudenza”. “Se ai miei tempi – ha detto - si usavano i Repertori, e dopo 3 o 4 ore si riusciva a trovare qualcosa che ti aiutava; con Google la ricerca si è molto accelerata, seppure in modo molto rischioso”. “Con la AI – ha aggiunto – la ricerca si farà in un nanosecondo e oltre a raccogliere i dati li elaborerà anche”. “Quindi in teoria – ha proseguito - potrebbe anche farti la sentenza, ma ha sempre il difetto di non farsi quella domanda in più necessaria per la decisione e dunque va sempre controllata”.
Per il Ministro se l’Ai può “facilitare, e molto in diritto” nel giudizio, soprattutto quello penale, dove “conta molto la ricostruzione del fatto”, e la “rappresentazione psicologica”, la AI “non potrà mai sostituire l’uomo”. Nordio ha fatto l’esempio di un incidente stradale, un evento certo a cui ognuno di noi potrebbe assistere: “Il fatto è documentato – ha osservato -, però si presentano varie opzioni: se il guidatore, Tizio, odia Caio e gli fa la posta e lo uccide: abbiamo un omicidio premeditato; se Caio è sì un suo nemico ma non gli fa la posta, quando lo vede però d’impulso lo investe e lo uccide: un omicidio; se poi vuole dargli una punizione ma invece lo uccide: scatta l’omicidio preterintenzionale; infine se non sa neppure chi sia, siamo davanti ad un omicidio stradale, un anno con la condizionale”. “Come vedete – ha chiosato -, dipende tutto dall’elemento psicologico”.
Il Guardasigilli ha poi affrontato la questione del processo telematico affermando che la digitalizzazione “nel processo civile è già una realtà e che anche nel penale siamo a buon punto. Per ora l’introduzione della AI è a livelli medi o medio bassi ma entro la fine dell’anno andremo a regime”.
Ed ha poi ricordato che nell’ultimo anno i tempi del processo si sono ridotti di circa un quarto, annunciando che “quest’anno andremo ancora oltre, anche con la AI, e speriamo di azzerare i ritardi”.
Il Ministro ha poi detto che “non c’è una resistenza alla AI” ma “ai cambi di procedure e sulla sburocratizzazione, nel nostro Paese la parola d’ordine è: si è sempre fatto così, ecco, non possiamo più permetterci questo mantra”.
Ha poi affermato che nel 2026 per la prima volta avremo un organico a ranghi completi della magistratura, ora abbiamo meno di 9mila magistrati su una pianta di 10.500, mancano all’appello 1500 toghe ma sono in corso 5 concorsi.
Il Ministro ha poi rivolto un invito ad abbassare i toni con riferimento alle recenti polemiche tra politica e magistratura: “Spero e continuo a ripetere che si abbassino molto i toni da entrambe le parti, che ci sia un confronto aperto, anche forte, ma nel rispetto delle posizioni reciproche”. Sulla separazione delle carriere: “Abbiamo assicurato, perché la Costituzione è chiara, che il PM non sarà mai posto sotto l’esecutivo, del resto la separazione esiste dove è nato il diritto”. “Noi la separazione la faremo perché è nel programma ma non è un attacco alla magistratura”.
Inoltre, per il Ministro sono infondate le doglianze delle Corte di appello relative ad un possibile paralisi per la devoluzione di alcune funzioni delle Sezioni immigrazione e rivolto ai presidenti ha detto: “Vi togliamo molto vi aggiungiamo qualcosa”.
Infine, sull’astensione rafforzata dei magistrati che dovrebbe entrare nel prossimo Cdm ha affermato: “Io credo che il giudice magistrato abbia il diritto, forse anche il dovere qualche volta, di dare un parere tecnico sulle leggi perché è lui che le deve applicare e poiché talvolta alcune leggi sono state fatte in modo tecnicamente discutibile - ha continuato -. È giustificato che i magistrati dicano ’guardate che tecnicamente questa norma è non applicabile’. Quello che non possono e non devono fare è entrare nel merito politico delle leggi cioè nel merito”.
I numeri sui liberi professionisti tracciano un quadro in chiaro scuro
di Marcello Clarich, Ordinario di Diritto amministrativo presso La Sapienza Università di Roma e Giuseppe Urbano, Avvocato del Foro di Roma