Nordio: “Separazione carriere entro l’estate, obbligo verso gli elettori”
Nel corso della Relazione annuale il ministro ha detto che la giustizia civile che muove il 2% del Pil sta avendo una formidabile accelerazione
“Il Ddl di riforma costituzionale volto a separare le carriere dei magistrati, per i quali vengono istituti due Consigli superiori, oltre all’alta Corte disciplinare, è promanato direttamente dal programma elettorale, perché la riforma della giustizia era tra i primi punti del programma, era un obbligo, un dovere verso gli elettori. Concluderemo l’iter in prima e seconda lettura entro l’estate”. Così il Ministro Nordio al Senato nel corso della Relazione annuale sull’amministrazione della giustizia del 2024. “La riforma - ha proseguito - esclude, come ho detto con conoscenza professionale e con impegno morale, l’assoggettamento del Pm all’esecutivo”. “E questo – ha proseguito - è garantito dalla norma positiva che attua il principio costituzionale del giusto processo che pone le parti in posizione di parità”.
Quanto poi al pericolo che il Pm diventi un superpoliziotto, Nordio ha affermato: “Nel sistema attuale lo è già, con l’aggravante che avendo gli stessi potere del giudice, non ha sostanzialmente responsabilità, non solo dirige le indagini ma le crea attraverso la cd clonazione del fascicolo. Noi invece vogliamo che rimanga assolutamente indipendente dal potere esecutivo, ma vogliamo anche una migliore definizione dei tempi nei quali potrà intervenire ma questo potrà essere oggetto della riforma del processo penale”. “La cultura liberale della giurisdizione – ha concluso sul punto - è cosa ben diversa da quella della corporazione; l’unico processo che respingiamo è quello alle intenzioni”.
Critiche le opposizioni. La senatrice Rossomando (PD-IDP) attacca: “Sulla separazione delle carriere lei dice: garantiremo l’approvazione in prima e seconda lettura entro l’estate. Signor Ministro, è una minaccia questa? È una minaccia al Parlamento: non toccheremo palla e non potremo discutere su una importante riforma costituzionale? È la prima volta che un disegno di legge costituzionale esce in prima lettura senza neanche una virgola di modifica e di contributo del Parlamento”.
Corti di appello arretrati ridotti del 99% - “Con riguardo alla riduzione dell’arretrato civile pendente al 2019 - prosegue Nordio -, a fronte del target del Pnrr di riduzione del 95% entro dicembre 2024, al 31 ottobre del 2024 nelle Corti di Appello si registra una riduzione del 99,1%, e presso i tribunali vi è stata una riduzione del 91,7%“.
“La giustizia civile - continua il Guardasigilli- sta avendo una formidabile accelerazione per merito anche della magistratura che si è impegnata a fondo, vorrei ricordare che la giustizia civile, che incide per il 2% del Pil, prima o dopo tocca ognuno di noi, per una causa condominiale, di divorzio, lavoro, sui confini; nel penale per fortuna poche sono le persone raggiunte da un avviso di garanzia”.
Riguardo la riduzione dei tempi del processo, il cd. disposition time, Nordio ha ricordato che nel primo semestre del 2024 vi è stata una riduzione del 22,9% nel settore civile e del 32% in quello penale. “Vi assicuro – ha aggiunto - che mai si era lavorato tanto raggiungendo tanti risultati di cui purtroppo nessuno è venuto a conoscenza”. Sui procedimenti civili pendenti al 31 dicembre 2022, gli ultimi dati disponibili fino ad ottobre scorso segnalano una riduzione del 70,3% per i Tribunali e del 66,8% per le Corti di Appello”.
I principali provvedimenti - “Molto è stato fatto dal nostro Ministero nel 2024 – ha aggiunto - e la permanenza in carica per tutta la durata della Legislatura, evento mai verificato, è un elemento di forza e stabilità e corrobora la certezza del quadro giuridico”. “Taglio perché vi è una tale marea di provvedimenti efficaci”. “Purtroppo – ha proseguito - le notizie nella maggior parte dei casi riguardano le polemiche, l’80% del lavoro del Ministero però è diretto all’efficientamento della giustizia ma è rimasto oscuro”. Nordio ha poi ricordato le principali misure del 2024 tutte ispirate “a nuove forme di protezione per la sicurezza e al contrasto alla immigrazione clandestina, rafforzando però nel contempo le garanzie per chi è sottoposto a indagini penali”. Il Ministro ha poi citato fra i principali risultati il Protocollo Italia-Albania sui migranti, le misure in materia di Cybersicurezza, il Dl in materia penitenziaria con la previsione di un commissario straordinario, “una grande novità”. E poi l’abrogazione dell’abuso ufficio che “ha ridato serenità a molti amministratori”. Rafforzate le garanzie degli indagati nell’ambito delle intercettazioni senza vulnerare la lotta a mafia e terrorismo.
Organici magistratura al completo nel 2026 - “Per la prima volta, entro il 2026, colmeremo il numero dei magistrati, che era carente del 20%; avrà effetti benefici sui processi”. Nordio ha poi ricordato l’avvio “positivo del progetto Pinto Paga”. Un progetto, ha spiegato, volto ad “azzerare l’arretrato degli indennizzi” che lo Stato deve pagare per l’eccessiva durata del processo. “Ad oggi – ha detto - il dovuto ammonta a 300milioni di euro per 62mila decreti emessi dalle Corte di appello, “con interessi molto cospicui; accelerando i pagamenti pagheremo anche molti meno interessi”.
Processo penale telematico - Riguardo alle difficoltà del processo penale telematico che ha portato diversi Tribunali e procure a sospendere l’applicativo ha ammesso che “si sono create delle criticità” aggiungendo però che “entro la fine dell’anno verranno completamente superate, e rientreremo nei ranghi di quelli che sono i progetti e i vincoli del PNRR”. “Quindi, confido che grazie alla fattiva e leale collaborazione tra il Ministero della giustizia e gli uffici giudiziari si potrà registrare presto il completo venir meno delle ragioni che hanno comportato l’adozione di provvedimenti di sospensione dell’obbligatorietà del processo penale telematico”.
Carceri – “Noi stiamo agendo in tre direzioni. La prima è quella di un’eventuale detenzione differenziata per i tossicodipendenti, almeno quelli imputati di reati minori. La seconda è quella dell’espulsione di extracomunitari. Stiamo poi agendo nei confronti della carcerazione preventiva; abbiamo il 20 per cento di detenuti che sono in attesa di processo. È una delle contraddizioni del nostro sistema penale”. Il Ministro ha poi fornito i numeri. Alla fine del 2024 il numero complessivo di detenuti era pari a 61.861, di cui 59.163 uomini e 2.689 donne. “Vi è un’alta percentuale - molto alta - di persone extracomunitarie. Questo dovrebbe farci riflettere”.
Sulla giustizia di comunità e la giustizia riparativa su un totale di circa 62.000 detenuti negli istituti penitenziari, vi erano 46.000 persone in espiazione di pena e 1.300 di queste in condizioni di semilibertà. “Ora – ha spiegato Nordio - , a fronte di 62.000 detenuti complessivi, di cui 46.000 condannati in via definitiva, vi erano 60.000 persone che stavano espiando una pena con modalità differenti dalla tradizionale detenzione intramuraria, alle quali aggiungere ulteriori 26.000 persone sottoposte alla misura della messa in prova. Questo per dire che il nostro sistema non è, come si dice, carcerocentrico al 100 per cento.
Rossomando: flop Ppt - Intervenendo in replica la senatrice Pd Rossamando parla di “flop telematico nel penale”, e della magistratura onoraria che “è al collasso” con un “deficit impressionante di magistrati e di giudici di pace: a Torino c’è il 94 per cento dello scoperto. Ma quali sono le risposte di questo Esecutivo, di questa maggioranza, di questo Governo? Tagli. Tagli ai fondi per la magistratura onoraria, tagli alla giustizia riparativa, tagli ai fondi per gli assolti a seguito di un processo”.
Mentre, prosegue Rossomando, “quel tanto di velocizzazione sui tempi del processo, di cui vi fate vanto, è dovuto alle riforme Cartabia approvate nella scorsa legislatura”.
Sul sovraffollamento nelle carceri nessun ragionamento sulla liberazione anticipata: “l’unico intervento che avete fatto l’ha complicata e non ha dato assolutamente alcun risultato. Più reati, più carcere, più intercettazioni. Attenzione, però, perché tutto questo è solo per alcune categorie di autori del reato, mica per tutti. Più intercettazioni per il rave. In compenso, penalizzazione delle intercettazioni per tutti quei reati che servono, invece, a indagare su corruzione e mafia. Lì, invece, niente”.