Ocf: sciopero magistrati disperato tentativo di blindare sistema correntizio
Per l’organismo congressuale forense la protesta non va a favore dei cittadini
Per l’Organismo Congressuale Forense lo sciopero proclamato dall’Associazione nazionale magistrati per il prossimo 27 febbraio non va a favore dei cittadini e tantomeno né vale come iniziativa a difesa della Costituzione. È quanto si legge in una nota dell’O.C.F., l’organismo di vertice di rappresentanza politica dell’Avvocatura italiana.
“È bene essere chiari - scrive l’Avvocatura -: questa protesta non è per i cittadini. Non si tratta di una battaglia per la terzietà e l’imparzialità della magistratura, bensì di un disperato tentativo di blindare un sistema correntizio che per decenni ha caratterizzato la giustizia italiana. Un sistema che è venuto a galla in tutta la sua opacità con il cosiddetto ‘caso Palamara’, rivelando agli italiani il vero volto di una gestione del potere interna alle toghe, con dinamiche lontane anni luce dall’interesse pubblico”.
“La verità – prosegue la nota - è che i magistrati scioperano non contro un attacco alla Costituzione, ma contro una riforma che finalmente prova ad attuarla, rendendo effettivo il principio sancito dall’art. 111: il diritto di ogni cittadino a essere giudicato da un giudice davvero terzo e imparziale”.
“A ciascuno le proprie battaglie – conclude l’Ocf -: l’Avvocatura è e sarà sempre dalla parte dei diritti dei cittadini. L’ANM, a quanto pare, soprattutto dalla parte di sé stessa”.
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di Gualtiero Roveda, Avvocato, giornalista pubblicista e Andrea Sirotti Gaudenzi - Membro del Senato Accademico dell'Accademia Universitaria degli Studi Giuridici Europei