Per gli avvocati è possibile fare impresa
Lo scorso mese di agosto, con la “legge annuale per il mercato e la concorrenza”, è stata introdotta (tra le altre) una importante novità che riguarda gli avvocati e la possibilità per essi di costituire società per l'esercizio di attività riservate agli iscritti all'ordine.
In sintesi gli avvocati adesso possono costituire le cosiddette STA (società tra avvocati) in qualunque forma, anche di capitali, e possono partecipare a più società di questo genere; la società può inoltre essere partecipata da soci finanziatori sino alla concorrenza massima di un terzo del capitale. Si può dunque affermare che gli avvocati possono (finalmente) fare impresa!
D'altra parte la norma non fa altro che prendere atto della consistenza di questo mercato e delle sue dimensioni.
I primi 50 studi italiani infatti hanno raggiunto nell'esercizio 2016 un fatturato di oltre due miliardi di euro, i primi dieci ne fatturano oltre uno. Si tratta di realtà con centinaia di professionisti che generano qualche migliaio di posti di lavoro.
Tra questi alcune filiali italiane di realtà estere (prevalentemente inglesi) alle spalle delle quali ci sono dunque network internazionali con numeri da capogiro, e già costituiti in società nei loro paesi di origine.
Quattro dei principali studi legali che operano sul nostro territorio sono emanazione delle multinazionali della consulenza internazionale: TLS-PWC; KPMG, Deloitte, Ernest & Young, e hanno tutti registrato nel 2016 fatturati superiori ai 70 milioni di euro e danno lavoro a centinaia di professionisti.
Negli ultimi anni, inoltre, la fisionomia degli studi legali (medio-grandi) è significativamente cambiata anche per assecondare e rispondere alle richieste del mercato che ha visto le aziende procedere progressivamente alla esternalizzazione di una parte sempre più significativa dei servizi legali una volta gestiti autonomamente.
Ciò ha comportato una crescita importante, non solo nel numero dei professionisti interni agli studi, ma anche (e in modo massiccio) di tutti quei servizi ancillari quali, a titolo esemplificativo, servizi amministrativi e di back office, IT, uffici del personale, marketing e comunicazione.
In altre parole, oggi all'interno di tutti gli studi medio grandi troviamo ben disegnati e strutturati tutti gli uffici tipici di un'azienda che supportano gli avvocati nello svolgimento della propria attività.
Tutto questo però è avvenuto, soprattutto per gli studi italiani, con armi e strumenti un po' spuntati, gli avvocati infatti sino alla riforma sopracitata potevano solo costituire le associazioni professionali ai sensi della legge 1815/1939 oppure società in nome collettivo ai sensi del decreto legislativo 183/2011.
Oggi, con la novità legislativa di cui stiamo parlando, agli avvocati vengono date nuove opzioni che potrebbero cambiare radicalmente le loro strategie e la loro capacità di competere sul mercato interno e su quello internazionale.
Da una parte infatti la possibilità di costituire società, anche di capitali, consentirà agli studi legali di gestire la propria attività e la propria “azienda” con tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione delle società. Consentirà loro di avere bilanci certificati e depositati, di dotarsi del collegio sindacale se lo vorranno, di applicare alla propria attività la fiscalità del “reddito di impresa”.
Ma la vera “rivoluzione” è data dalla possibilità di aprire il capitale, sino alla concorrenza di un terzo, ai soci finanziatori. Ciò comporta innanzitutto il fatto di poter contare su fonti di credito diverse e ulteriori rispetto a quelle oggi a disposizione, e quindi di potere avere accesso a maggiori risorse per finanziare la crescita e lo sviluppo, inoltre perché ciò consentirà agli studi legali di avere partner in grado di apportare, oltre alla finanza, tutto l'ulteriore bagaglio di competenze, know-how e relazioni. Certamente dovrà essere uno strumento da usare con molta cautela e selettività ma le potenzialità sono evidentemente enormi e potranno cambiare la capacità competitiva di quelli che per primi saranno capaci di cogliere le opportunità che il mercato offrirà.