Penale

Più facile il mandato d’arresto Ue contro i cittadini italiani

di Giovanni Negri

Il mandato d’arresto guadagna spazio. Con la legge di delegazione comunitaria approvata definitivamente martedì dalla Camera viene affidata al Governo, tra le altre, una delega per rivedere la disciplina di una delle misure chiave della cooperazione penale. In particolare, diventeranno meno rigidi i motivi che oggi impediscono l’esecuzione in Italia di una richiesta proveniente dall’autorità giudiziaria straniera. Una serie di motivi oggi vincolanti, infatti, diventeranno solo facoltativi.

A partire da quello che esclude alla radice l’esecuzione quando il mandato d’arresto europeo è stato emesso ai fini della esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza privative della libertà personale, se la persona ricercata è cittadino italiano, sempre che la Corte di appello disponga che la pena o misura di sicurezza sia eseguita in Italia.

Previsione già ritoccata dalla Corte costituzionale che aveva considerato illegittima l’esclusone di chi, cittadino straniero, in Italia ha comunque residenza o dimora. Ora, per effetto della correzione che il ministero della Giustizia dovrà tradurre in decreto, potrà essere più facile la consegna all’autorità giudiziaria straniera di un cittadino italiano (o a questo equiparato).

Di più, a venire traghettati nella lista dei motivi che possono, e non devono, dare luogo alla mancata consegna sono altri due casi. Quello che prevede una sovrapposizione di procedimenti e cioè quando, per lo stesso fatto che è alla base del mandato d’arresto europeo, nei confronti della persona ricercata, è in corso un procedimento penale in Italia, esclusa l’ipotesi in cui il mandato d’arresto europeo riguarda l’esecuzione di una sentenza definitiva di condanna emessa in uno Stato membro dell’Unione europea.

E ancora quando il mandato d’arresto europeo riguarda reati che dalla legge italiana sono considerati commessi in tutto o in parte nel territorio italiano, o in luogo assimilato al suo territorio; oppure reati che sono stati commessi al di fuori del territorio dello Stato membro di emissione, se la legge italiana non consente l’azione penale per gli stessi reati commessi al di fuori del suo territorio.

Il complesso delle misure in arrivo faciliterà l’esecuzione di mandati spiccati all’estero, anche se è prevedibile che potrebbe rinfocolare polemiche che, ai tempi di approvazione della legge di recepimento della decisione quadro, era il 2005 e la legge poi fu la n. 69, furono assai aspre. A venire lamentato era tra l’altro l’abbassamento delle garanzie di cui i cittadini italiani, bersagli di misure chieste da altri Paesi, avrebbero potuto subire.

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