Pnrr, Corte conti: raggiunti obiettivi rilevanti nel settore giustizia
Secondo la Relazione semestrale sul Pnrr (primo e secondo semestre 2024), a giugno scorso si è ridotto di oltre il 90% l’arretrato giudiziario presso i Tar e il Consiglio di Stato rispetto al 31 dicembre 2019
Via libera dalle Sezioni riunite della Corte dei conti (Delibera n. 59/SSRRCO/REF/2024) alla Relazione semestrale con cui si riferisce al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR. Il documento fornisce un quadro complessivo dell’avanzamento del Piano su diversi fronti: i progressi nel conseguimento di milestone e target semestrali, l’evoluzione della spesa e della rendicontazione, il quadro complessivo dello stato di avanzamento delle riforme. Vi è poi il capitolo relativo agli investimenti ferroviari, e la descrizione della strategia antifrode.
Sul fronte della giustizia amministrativa, per i giudici contabili, “meritano di essere segnalati positivamente i risultati raggiunti”. Sono stati infatti superati i target di riduzione dell’arretrato giudiziario presso i Tar e il Consiglio di Stato; a giugno 2024, per entrambi i plessi, le pendenze esistenti al 31 dicembre 2019 sono state ridotte di oltre il 90 per cento. Per la Corte si tratta di “segnali concreti dell’impatto del PNRR sull’efficienza del sistema italiano”.
Guardando alla attuazione del Pnrr, risultano tutti conseguiti i 39 obiettivi europei in scadenza al primo semestre 2024, raggiungendo così un tasso di avanzamento del 43% (+6 punti rispetto al semestre precedente). A seguito del raggiungimento degli obiettivi si sono ridotti, per esempio, di circa il 10% i tempi tra aggiudicazione ed esecuzione dell’opera nel caso dei contratti pubblici.
Sul fronte riforme, al 30 giugno scorso risultava ultimato il percorso degli obiettivi europei da raggiungere per il 63% delle 72 misure di riforma. Quota che salirà al 66% con il conseguimento degli ulteriori 17 obiettivi europei associati a riforme del II semestre 2024. Più contenuto l’avanzamento finanziario delle 7 riforme con dotazione di fondi; al 30 settembre 2024, la spesa sostenuta si attesta al 4% (circa 278 milioni su 6,9 miliardi). In 3 casi su 7 la spesa sostenuta è stata pari a zero, mentre nei restanti casi il dato si è attestato a valori inferiori al 31%. Criticità anche nella politiche contro il disagio abitativo. Le misure, spiega la Relazione, puntano soprattutto alla riqualificazione e alla manutenzione. Esse, tuttavia, evidenziano “difficoltà realizzative nel caso di molti progetti”.
Tornando alla giustizia, la Corte definisce “particolarmente rilevanti gli obiettivi quantitativi conseguiti nel settore della giustizia, sia ordinaria sia amministrativa”.
Un target già sostanzialmente raggiunto è riconducibile alla “Riforma del processo civile” (M1C1R3.1.1) e consiste nell’obiettivo di riduzione del 95 per cento dell’arretrato giudiziario (pendente al 31.12.2019) dei tribunali civili di secondo grado. Secondo quanto riferito dall’Amministrazione in sede istruttoria, l’obiettivo è stato conseguito attraverso una diminuzione dell’arretrato, al 30 giugno 2024, del 98,7 per cento (con un numero di pendenze, in termini assoluti, pari a 1.312 procedimenti). Per quando concerne la digitalizzazione del ministero della Giustizia (completato al 50 per cento), i portali PNR, PDP e APP “saranno pienamente operativi nel secondo semestre 2025”.
Per il target “Costruzione di edifici, riqualificazione e rafforzamento del patrimonio immobiliare dell’amministrazione della Giustizia, per almeno 289.000 metri quadri”, entro il primo trimestre del 2026, con una riduzione di consumi energetici di 0,735 Ktep/anno, l’avanzamento è in linea con il cronoprogramma. Per il palazzo di giustizia di Milano sono previsti 43 milioni (efficientamento energetico, restauro e riqualificazione architettonica).
Sono state poi completate le procedure di assunzione del personale di supporto per gli Uffici del processo (M1C1-39 e M1C1-40), nonché conseguiti i target (M1C1-41 e M1C1-42) di riduzione dell’arretrato giudiziario presso i Tar e il Consiglio di Stato rispetto al numero di cause pendenti al 31 dicembre 2019 (rispettivamente del 25 per cento rispetto a 7 Tar individuati e del 35 per cento presso il Consiglio di stato). In maggior dettaglio, al giugno 2024, per entrambi gli obiettivi relativi a Tar e Consiglio di Stato le pendenze esistenti al 31 dicembre 2019 sono state ridotte di oltre il 90 per cento.
Nel primo semestre 2024 il Consiglio di Stato/Tar doveva conseguire 3 target europei e uno a rilevanza nazionale, riconducibili all’investimento “Rafforzamento dell’Ufficio del processo per la Giustizia amministrativa” (M1C1I3.2).
Il secondo obiettivo europeo da conseguire (M1C1-41) consisteva nella riduzione del numero di cause pendenti dal 2019 (109.029) presso i Tar di Napoli, Salerno, Palermo, Catania, Roma, Milano e Venezia del 25 per cento (pari a 27.257 ricorsi). Sul punto, il totale dei ricorsi definiti presso i sette Tar, alla data del 31 maggio 2024, ammontava a 102.248, cui si sommano 880 ricorsi annullati, per un totale superiore all’obiettivo prefissato al 30 giugno 2024. Pertanto, rispetto ai ricorsi pendenti al 31 dicembre 2019, il numero di cause ancora pendenti è pari a 5.901.
Il target M1C1-42 era volto invece alla riduzione del numero di cause pendenti nel 2019 (24.010) presso il Consiglio di Stato del 35 per cento (pari a 8.404). Il totale dei ricorsi definiti presso le Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato al 31 maggio 2024 ammonta complessivamente a 23.745, con superamento, anche in questo caso, dell’obiettivo.
Nell’ambito delle scadenze con rilievo esclusivamente nazionale è stato, infine, conseguito il target M1C1-41-ITA-1 che richiedeva la riduzione dei ricorsi ancora pendenti dinanzi ai tribunali amministrativi regionali che dovevano essere iscritti a ruolo entro il 31 dicembre 2019 (n. 149.958); al 30 giugno 2024, il numero di cause pendenti presso i Tar è pari a 8.089, superando con ampi margini il valore obiettivo prefissato (iscrizione di n. 112.469).
Immigrazione: un modo di far leggi che porta a norme poco organiche
di Ennio Codini - Professore associato di diritto pubblico presso l'Università Cattolica di Milano