Previdenza forense, dal 2024 si cambia: tre trattamenti diversi in base alla data di iscrizione
Cassa forense ha presentato ieri a Roma la "rivoluzione pensionistica" dei legali che segna il passaggio da un sistema retributivo a un contributivo
Una riforma necessaria per non trovarsi in affanno nei decenni futuri quella della previdenza forense che ha diviso l'Avvocatura in tre diverse categorie a seconda della anzianità di iscrizione. Ispirata al principio del "pro rata temporis", prevede una "dose" di contributivo che sale fino al 100% per gli iscritti dal gennaio 2024. Costoro andranno in pensione a 70 anni con almeno 20 anni di contributi.
È stata presentata ieri a Roma la "rivoluzione pensionistica" dei legali che segna il passaggio da un sistema retributivo a un contributivo. La riforma, definita "epocale", è stata ufficializzata nel corso di un convegno al rinnovato Cinema Barberini alla presenza delle massime istituzioni dell'Avvocatura - CNF, OCF, Ordini professionali e Associazioni di categoria – ed ovviamente dei vertici di Cassa Forense, nella ricorrenza dei 70 anni dalla fondazione dell'Ente.
All'evento ha partecipato anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio che ha detto scherzando: "Parafrasando Churchill, sono mezzo avvocato e interamente magistrato". Il Guardasigilli ha poi ricordato l'importanza della figura dell'avvocato come una delle "tre gambe della giurisdizione" insieme al giudice e al pubblico ministero, rinnovando l'auspicio di una "assoluta e leale collaborazione" con la categoria.
Il Presidente di Cassa Forense, Valter Militi, ha illustrato le ragioni che hanno portato alla Riforma - "necessaria per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico a 50 anni" secondo i dettami della legge Fornero. E questo, ha sottolineato, nonostante l'ultimo bilancio abbia registrato il miglior avanzo di gestione della storia dell'Ente e nonostante a oggi il rapporto positivo fra iscritti attivi e pensionati, sceso tuttavia dall'8,1 del 2016 al 7,4 del 2021.
"Un rapporto mutato nel tempo e che muterà ancora – ha tuttavia ammonito il Presidente Militi - che ci ha indotto a ragionare di crisi demografica e delle certezze che la dirigenza di un Ente previdenziale ha il dovere di garantire a chi entra oggi nel sistema, tutelando al contempo i diritti quesiti". "Ci troviamo ad affrontare un momento non semplice – ha aggiunto - in cui si deve essere responsabili per garantire il futuro di tutti gli Avvocati".
Entrando un po' più nel dettaglio della Riforma, illustrata dagli interventi degli economisti Paolo De Angelis e Alberto Brambilla, che hanno collaborato all'impianto normativo del testo, e del Direttore di Cassa Forense, Michele Proietti, a guidare il trattamento pensionistico sarà l'anno di iscrizione, con una tripartizione degli avvocati:
1. Gli avvocati con una iscrizione superiore ai 18 anni al 31.12.2023 restano infatti soggetti al vecchio modello retributivo. Dal 2024 tuttavia il coefficiente per il calcolo della quota di pensione passerà da 1.40 a 1.30
2. Chi avrà invece una anzianità contributiva inferiore ai 18 anni al 31.12.2023, sarà soggetto a un sistema misto. In particolare, il sistema sarà retributivo sino al 31/12/2023 e contributivo dal 2024.
3. Gli iscritti a far data dal 01.01.2024 infine saranno soggetti al modello contributivo puro. Il montante sarà costituito anche dal 1% del contributo integrativo.
Inoltre, sempre per gli iscritti dal 2024, è prevista un'unica prestazione denominata "pensione di vecchiaia" che si consegue a 70 anni, con almeno 20 anni di anzianità contributiva. L'età del pensionamento può essere però anticipata a 65 anni se si hanno almeno 35 anni di anzianità contributiva.
Mentre la pensione minima a regime sarà di 9.000 euro annui per tutti.
Per i nuovi iscritti, per i primi quattro anni non sarà dovuto il contributo minimo. La contribuzione soggettiva sarà proporzionale al reddito professionale prodotto. Dal quinto all'ottavo anno il minimo soggettivo sarà ridotto al 50% (1.100 euro).
In generale, il contributo soggettivo minimo verrà ridotto da circa 3.000 euro attuali a 2.200 euro. Il contributo minimo integrativo pari a 710 euro, sospeso temporaneamente, sarà ridotto a 250,00 euro per garantire il finanziamento dell'Assistenza da parte di tutti. In sede di autoliquidazione con il Mod. 5 annuale l'aliquota del contributo effettivo passerà dall'attuale 15% al 16% dal 2024 e al 17% dal 2026.
Inoltre, l'aliquota massima per la contribuzione modulare volontaria viene elevata dal 10% al 15% per dar modo di integrare il montante contributivo.
Scatta poi l'unificazione al 30/9 del termine per il pagamento della prima rata in autoliquidazione e di quello per l'invio del mod.5. Gli iscritti con decorrenza successiva al 31/12/2012 potranno optare, nel corso del 2024, per l'applicazione del regime contributivo con ricalcolo dei contributi minimi dovuti.
Novità anche in tema di maternità, paternità e adozione. In sede di pensionamento, viene riconosciuto un coefficiente di trasformazione aumentato di un anno rispetto all'effettiva età anagrafica che comporterà un incremento delle pensioni (o quote di pensione) calcolate col sistema contributivo.
Per i pensionati attivi invece l'aliquota del contributo soggettivo passa dal 7,5% al 10%. Saranno poi reintrodotti i supplementi triennali di pensione.
L'articolato finale, già approvato dal Comitato dei Delegati di Cassa Forense, sarà inviato a gennaio 2023 ai Ministeri vigilanti e dunque, spiega il Direttore Proietti, "per questo motivo non sarà diffuso prima, per ragioni di correttezza istituzionale ". L'entrata in vigore è prevista per il primo gennaio 2024, ciò che, avverte il Presidente Militi, "renderà possibile nel corso di quest'anno interagire con le Istituzioni, le Associazioni Forensi e gli iscritti".