Processo civile più snello per tagliare i tempi del 40%
Primo sì alla riforma - Prima udienza non burocratica - Mediazione incentivata
Quella maggioranza ampia, che obbliga a trovare sempre nuovi e faticosi punti di equilibrio, ricordata ieri dalle dichiarazioni della ministra Marta Cartabia, ha votato nell’Aula del Senato la fiducia sulla riforma del Codice di procedura civile, che ora passa all’esame della Camera. Un passaggio chiave per il rispetto di un cronoprogramma coerente con gli impegni assunti in sede di Pnrr, per il quale sia la riforma della procedura civile, ieri alla prima approvazione, e sia quella della procedura penale, il cui sì invece definitivo è atteso nelle prossime ore, dovranno essere approvate entro la fine dell’anno. Quanto poi alla riduzione della durata dei processi concordata in sede europea, entro i 5 anni del Pnrr, quella dei giudizi civili dovrà contrarsi del 40% e del 25% quella dei procedimenti penali.
Le reazioni
Per la responsabile giustizia del Pd e relatrice alla riforma, Anna Rossomando «Abbattimento del pregresso, riduzione dei tempi dei processi, tribunale della famiglia e lettura della violenza domestica sono gli aspetti fondamentali della riforma del processo civile, insieme a risorse, innovazione e organizzazione». Mentre la sottosegretaria alla Giustizia Anna Macina, 5 Stelle, ricorda che «tanti cittadini pagano quotidianamente il prezzo di processi lenti e macchinosi e attendono anni per una risposta di Giustizia. Pensiamo a quanto può durare una causa per rientrare in possesso di un immobile, al tempo necessario a vedersi riconosciuto un credito con sentenza, all’attesa per risolvere le controversie tra imprenditori per inadempimento, alle cause di lavoro».
I risultati si misureranno tra qualche anno , ma se per la riuscita della riforma è determinante la collaborazione di magistrati e avvocati, le premesse non sono incoraggianti. Perchè la magistratura, con ripetute prese di posizione dei vertici dell’Anm, ha già espresso forti perplessità sull’eccesso di affidamento che il Governo ripone su misure come l’ufficio del processo o le modifiche al rito, e l’avvocatura ha da subito contestato il venire meno di diritti e garanzie per i cittadini, con un possibile effetto , oltretutto, di allungamento dei tempi di svolgimento dei processi.
Le modifiche
La riforma, nei contenuti, costituisce un distillato di misure procedurali e organizzative che si è tradotto nell’innesto nell’originario disegno di legge delega presentato dall’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di un assai consistente pacchetto di emendamenti di fonte sia ministeriale sia parlamentare che ne ha profondamente cambiato i contenuti.
La mediazione
A partire dal deciso impulso dato alla mediazione, dove la più ampia disponibilità di risorse finanziarie ha permesso di mettere in campo un pacchetto di misure fiscali (l’impegno assomma a 4 milioni per il 2022 e a 60 milioni all’anno circa per il 2023-2025), tra esenzioni e crediti d’imposta, per favorire il più possibile la conclusione di accordi. Mediazione che si estenderà a una pluralità di nuovi contratti e, sul versante della pubblica amministrazione, ne spinge l’utilizzo facendo venire meno la responsabilità contabile per colpa (non grave) del funzionario che conclude l’intesa in sede stragiudiziale o giudiziale.
La negoziazione assistita viene poi estesa alle controversie di lavoro, anche se su questo punto da parte di Confindustria viene sottolineata la necessità che delle procedure telematiche possano usufruire anche le conciliazioni sindacali.
La procedura
Sul piano della procedura, la versione finale del testo ha fatto cadere le iniziali decadenze e preclusioni previste dagli emendamenti del ministero della Giustizia, per conservare invece la fisionomia di una prima udienza da intendere come passaggio tutt’altro che burocratico. Già in quel contesto, per esempio, favorito da uno scambio antecednete di comparse e memorie tra attore e convenuto, l’oggetto della controversia dovrebbe essere definito come pure il quadro probatorio am sostegno delle tesi delle parti. E se per i casi meno controversi sarà possibile una soluzione temporanea attraverso ordinanza, la riforma provvede anche a rendere stabili nel nostro ordinamento alcune delle novità sperimentate nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria, come la trattazione scritta.
La Cassazione
Innovativa e indirizzata a prevenire l’insorgere di contenzioso è poi l’introduzione della possibilità per il giudice di chiamare in causa direttamente la Cassazione quando la questione è di particolare rilevanza, destinata a influenzare una pluralità di procedimenti e di natura giuridica.
Molto densa la parte dedicata al diritto di famiglia, dove si prevede un unificazione delle forme processuali, una riduzione dei tempi di svolgimento dei giudizi nei casi di violenza ai danni dei minori o del coniuge “debole” , si valorizza la figura del curatore speciale a tutela del minore. È in questo campo del diritto che la riforma fa debuttare una delle più significative novità sul piano organizzativo, il Tribunale delle famiglie, destinato a sostituire il Tribunale dei minorenni, senza perdere la figura del giudice non togato, assommando le competenze civili e penali.
E sempre al piano organizzativo va ascritto il potenziamento dell’ufficio del processo, per il quale scade in questo ore il bando per la selezione dei primi 8.000 giuristi ingaggiati con contratto a termine e destinati a supportare l’ordinaria attività di amministrazione della giustizia.