Reclutamento difficile per tre su quattro: pesa l’equilibrio vita-lavoro
Nell’indagine dell’associazione Mopi focus su cosa cercano i giovani talenti in uno studio legale
Tutto sembra ruotare intorno al work-life balance: cosa cercano adesso i giovani talenti in uno studio legale lo mette in evidenza l’indagine effettuata dall’associazione Mopi (Marketing e organizzazione delle professioni) che riunisce le persone operanti nell’area del marketing degli studi professionali che ha intervistato i suoi associati proprio sulle difficoltà nell’attirare stagisti e giovani professionisti.
Mopi evidenzia che per il 74% dei partecipanti alla ricerca (che nella sua versione integrale sarà pubblicata sul sito dell’associazione) è confermata la difficoltà nell’individuare i giovani rispetto al passato. Soprattutto l’87% degli intervistati rileva che in entrata i giovani professionisti sono molto attenti al work-life balance. «Attrarre e coltivare i talenti - spiega Gaia Francieri, presidente di Mopi - è ormai il primo punto nell’agenda di ogni studio legale. Il prestigio delle operazioni seguite dallo studio o la retribuzione non sono più al centro delle negoziazioni in entrata, perché i giovani talenti sono oggi sempre più interessati ai valori e all’inclusione del luogo di lavoro».
Gli studi stanno puntando sulla formazione, sull’internazionalizzazione e più in generale sul well-being; sta crescendo il numero di realtà che offrono corsi sulle competenze trasversali (public speaking, gestione dei conflitti) anche se ancora in maniera marginale e sugli scambi con altri studi o sedi all’estero.
A confermare la situazione anche Portolano Cavallo. La sua Hr manager, Giorgia Vitanza, infatti, spiega: «Nei giovani c’è un atteggiamento diverso rispetto al lavoro: nelle nuove generazioni c’è molta attenzione allo smart working, al lavoro svolto nel fine settimana. Credo sia in corso un cambio generazionale e di valori. Non è che non ci cerchino come prima, ma è come se le priorità si fossero invertite, cambiate». Portolano Cavallo per raggiungere i giovani ha attivato due percorsi: uno di stage chiamato “Disegna il tuo futuro” per gli universitari al secondo anno e uno più tradizionale di stage per laureandi. L’obiettivo è portare i potenziali professionisti ad una consapevolezza dell’attività legale mentre sono ancora all’università e così aiutarli a chiarirsi le idee e a capire come funziona il mondo del lavoro.
Sullo sfondo resta il cambiamento della professione legale, un cambiamento accelerato dalla pandemia in un’ottica sempre più strategica e tecnologica mentre d’altro canto i giovani sembrano avere un diverso senso del futuro, rispetto a chi si affacciava alla professione in passato, essendo interessati al bilanciamento tra vita professionale e vita privata. «Gli studi hanno sempre più difficoltà a intercettare i giovani- conclude Stefania Radoccia managing partner di Ey - Ma dobbiamo anche tenere presente che è cambiata la professione, l’attività routinaria attraverso la quale si formavano giovani, è ora in parte delegabile alla tecnologia e la parte alta della professione non è semplice da insegnare. Non è scontato quindi attirare i giovani e poi trovare la giusta collocazione per fargli fare la formazione che li porti a diventare dei professionisti capaci di fare consulenza strategica».