Penale

Riforma custodia cautelare, Ocf: «Pieno sostegno a Nordio»

Sottosegretario Delmastro: risolvere il sovraffollamento carcerario spostando i detenuti tossicodipendenti in strutture e comunità protette loro dedicate

«Un paese moderno e civile non può detenere nelle sue carceri circa un terzo di persone in attesa di giudizio perché a quel punto la misura custodiale esorbita dalla sua funzione e diviene una anticipazione di pena, senza però sapere come andrà il processo». Lo scrive in una nota l'Organismo congressuale forense.

L'Avvocatura, ricorda l'Ocf, invoca da tempo una riforma risolutiva in tema di custodia cautelare, che la limiti ai reati più gravi, eliminando così quella che appare l'"anomalia italiana" che vede ristretti un gran numero di indagati o imputati, in attesa di giudizio, rispetto agli altri ordinamenti europei. Ragione per cui «la proposta del Ministro sul punto, di affidare l'adozione dell'ordinanza custodiale ad un Collegio e non al Gip, appare assolutamente condivisibile».

La modifica, prosegue la nota dell'Ocf, «coglierebbe sicuramente nel segno, in quanto la scelta di affidarsi ad un organo collegiale per la decisione è sicuramente la più idonea, sia in considerazione del fatto che si decide della libertà personale degli individui e sia per garantire un giudizio più autonomo e meno condizionato alle richieste dell'accusa».

Intanto sul fronte carcere arriva la proposta del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro di mettere tossicomani in comunità protette loro dedicate. L'idea è stata lanciata dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, in un'intervista al Messaggero.

Un'iniziativa "condivisa" dal governo, spiega, e soprattutto dal ministro Carlo Nordio, che nasce dall'intenzione «sempre rivendicata da Giorgia Meloni di raggiungere non solo la certezza della pena ma anche un'offerta di maggiori garanzie ai cittadini». «Sto lavorando ad un provvedimento che immagina di coinvolgere il terzo settore, quelle comunità chiuse in stile Muccioli (San Patrignano ndr), per costruire un percorso alternativo alla detenzione», ha detto Delmastro.

«Le carceri italiane sono ampiamente sovraffollate. Secondo gli ultimi dati - risalenti a febbraio - a fronte di una capienza regolare di 51.285, i detenuti sono 56.319. E di questi, stando alla relazione annuale al Parlamento, il 30% sono tossicodipendenti», ha ricordato il sottosegretario, osservando che «serve un cambio di prospettiva». «Sto limando i dettagli ma c'è totale condivisione. Il ministro Nordio è d'accordo». «Però è un percorso da condividere con il terzo settore - ha aggiunto -. E con le Regioni che hanno la delega alla Sanità e dovranno certificare le cooperative e controllarne la gestione. Con loro e con la magistratura di sorveglianza aprirò un tavolo di dialogo».

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