Scatterà la sospensione per gli avvocati destinati all’Ufficio del processo
La norma è pronta sarà inserita in decreto legge
Sarà prevista la sospensione dall’esercizio dell’attività per gli avvocati che sono entrati a fare parte dell’Ufficio del processo. È questa l’ipotesi che sta prendendo corpo al ministero della Giustizia e che sarà tradotta in una norma da inserire in un prossimo decreto legge sull’attuazione del Pnrr. La stessa ministra della Giustizia Marta Cartabia, intervenendo in audizione alla Camera, aveva preannunciato la necessità di un intervento.
Del resto, è la stessa disciplina attuativa dell’Ufficio del processo a escludere che per i professionisti l’assunzione a tempo determinato possa avere l’effetto di una cancellazione dall’Albo. Una previsione che ha sollevato l’allarme del Cnf che, in una recente delibera, ha espresso preoccupazione e perplessità per il contrasto con il rigoroso sistema di incompatibilità previsto per l’esercizio della professione forense. Incompatibilità che intendono evitare conflitti di interesse e situazioni in grado di istituire condizionamenti dell’autonomia e indipendenza professionali.
E allora, già nell’autunno scorso, il Cnf aveva suggerito a Cartabia e al ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta l’inserimento di correttivi che sancissero l’incompatibilità almeno temporanea della professione di avvocato con l’ingaggio anche temporaneo nel settore pubblico. Tuttavia senza esito.
Di qui, sottolinea la delibera, il moltiplicarsi di richieste di chiarimenti da parte dei Consigli dell’ordine, ma anche di singoli avvocati risultati vincitori del concorso.
Ora l’intervento del ministero va nella direzione dell’introduzione di una sospensione per tutta la durata del rapporto di lavoro. Sospensione che però arriva quando il concorso ormai si è completato e, anzi, gli addetti all’Ufficio del processo stanno già prendendo servizio. Questa settimana è stata la volta dei 200 addetti destinati alla Cassazione, mentre dal 21 al 25 febbraio sarà la volta delle convocazioni per l’assunzione dei vincitori in tutti i distretti di Corte d’appello.
Per l’Anf, allora, intervenire , introducendo una nuova causa di incompatibilità mentre sono in corso le assunzioni, rischia di fare da volano al contenzioso: «l’alternativa a questa misura improvvida e foriera di massicci ricorsi ai Tar è quella di introdurre norme stringenti, sulla falsariga di quelle che esistono per i magistrati onorari, che impediscano agli addetti dell’Ufficio per il processo di esercitare nel medesimo circondario in cui svolgono le proprie funzioni».
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