Se i ragazzi fumano marijuana nel cortile della parrocchia, il catechista non commette alcun reato
Se dopo il catechismo i ragazzi che partecipano agli incontri fumano marijuana nel cortile della parrocchia, il catechista non può essere accusato di alcun reato, tantomeno quello di "agevolazione dell'uso di sostanze stupefacenti". Ad affermarlo è il Tribunale di Rovigo nella sentenza n. 465/2020 assolvendo, per insussistenza del fatto, un uomo imputato per il delitto ex articolo 79 del Dpr n. 309/1990.
Il caso
La vicenda giudiziaria prende le mosse da un'indagine relativa a cessioni di sostanze stupefacenti avvenute in un piccolo comune veneto nei confronti di alcune ragazze quattordicenni. Gli inquirenti appuravano che le minori erano solite consumare marijuana all'interno del plesso parrocchiale della parrocchia dove il sabato pomeriggio frequentavano un corso "post-cresima". All'esito delle indagini, oltre ai presunti spacciatori, finiva a giudizio anche il catechista del gruppo, accusato in sostanza di consentire che le adolescenti fumassero gli spinelli nel cortile della canonica della chiesa dove si svolgevano gli incontri del gruppo.
Nello specifico, il reato contestato era quello ex articolo 79 del Dpr n. 309/1990, ovvero "agevolazione dell'uso di sostanze stupefacenti". Secondo il Pm l'uomo avrebbe adibito la canonica della chiesa, di cui aveva la disponibilità quale catechista, a luogo di convegno abituale per l'uso di sostanza stupefacente.
La decisione
Il Tribunale boccia totalmente l'impianto accusatorio e non ritiene sussistente alcuna responsabilità penale in capo al catechista. Quest'ultimo era sì in possesso delle chiavi della canonica, nel cui cortile però poteva tranquillamente accedervi chiunque attraverso un cancello sulla parte retrostante della chiesa. Ad ogni modo, aggiungono i giudici, il catechista non aveva nulla a che fare con il reperimento della sostanza stupefacente, né è emersa prova alcuna che egli avesse adibito il cortile della canonica a luogo di consumo abituale di marijuana. Le ragazze, infatti, dopo gli incontri "post-cresima" si trattenevano nel cortile di loro spontanea iniziativa, senza chi vi fosse alcun coinvolgimento del loro catechista, ragion per cui non può parlarsi di luogo adibito all'uso di sostanze stupefacenti.