Giustizia

Separazione carriere, Cnf contro la manifestazione dell’Anm: “Serve rispetto per le istituzioni”

La presa di posizione dopo la decisione di abbandonare l’Aula della Cassazione prima dell’intervento del Ministro della Giustizia. I delegati dell’Ocf, invece, non svolgeranno interventi in Corte di appello dopo la decisione di “relegarli” a fine giornata

di Francesco Machina Grifeo

Si apre un nuovo fronte polemico per la magistratura. Dopo la decisione dell’Associazione nazionale magistrati di abbandonare l’aula, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione, prima dell’intervento del Ministro della Giustizia, il Consiglio nazionale forense prende posizione chiedendo “rispetto per le istituzioni”. Nella giornata di ieri, invece, era stato l’Organsimo congressuale forense ad alzare i toni dopo la decisione del Csm di spostare a fine giornata gli interventi dell’Avvocatura presso le Corti di appello, decidendo per protesta che i propri delegati non svolgeranno alcun intervento.

L’antefatto. Dopo l’approvazione in prima lettura da parte della Camera della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere, il direttivo dell’Anm, “in esecuzione del deliberato dell’assemblea straordinaria”, ha definito una serie di manifestazioni di protesta per l’inaugurazione dell’anno giudiziario in tutte le sedi delle Corti di appello, il prossimo 25 gennaio. A cui si aggiunge una giornata di sciopero il 27 febbraio.

Non solo, per l’inaugurazione in Cassazione, è scattato l’invito ai magistrati a indossare una toga e una coccarda, all’esibizione dei cartelli, fino all’abbandono dell’aula nel momento in cui il ministro o i suoi delegati interverranno.

Il Cnf “preso atto” di quest’ultima iniziativa richiama i giudici “al rispetto di quegli stessi valori costituzionali che formano condivisione – e non contrapposizione – con la magistratura, e specificamente il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, che è caposaldo anche dei principi di autonomia e indipendenza della magistratura”. E aggiunge che “non si può rimanere silenti” di fronte ad una “manifestazione plateale e diffusa, rispetto a scelte sulle quali dovrà pronunciarsi il Parlamento, nel pieno rispetto del principio di sovranità, e su cui poi i cittadini italiani saranno chiamati a pronunciarsi con referendum,”.

L’avvocatura, prosegue la nota del Cnf, “rispetterà i principi costituzionali, quale che sia la decisione che il Parlamento e i cittadini intenderanno assumere, perché appartiene al suo ruolo, alla sua tradizione”, e “confida che la magistratura voglia tornare al dialogo costruttivo, abbandonando posizioni non in linea con il rispetto dovuto a tutte le istituzioni della Repubblica, anche nelle loro articolazioni formali nei distretti delle Corti d’Appello”.

Intanto, nella giornata di ieri, l’Organismo Congressuale Forense ha espresso “sconcerto” per la decisione del Consiglio Superiore della Magistratura di “relegare il proprio intervento alla fine della giornata inaugurale dell’Anno Giudiziario”, in tal modo “modificando in maniera unilaterale l’ordine previsto dalla stessa commissione del CSM e precedentemente condiviso nei primi giorni di gennaio”. Per l’Avvocatura siamo davanti a “più di un grave sgarbo istituzionale nei confronti dell’avvocatura” ragione per cui annuncia che “i delegati, ove presenti, non svolgeranno alcun intervento durante la cerimonia di inaugurazione presso le corti di appello” che si svolgerà il 25 gennaio.

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