Professione e Mercato

Studi senza appeal per i giovani talenti

Diventa sempre più difficile attrarre i neolaureati verso la libera professione anche per la concorrenza delle aziende. Crescono le iniziative tra borse di studio e formazione <br/>

Praticanti spesso selezionati anche in chiave sostitutiva

di Massimiliano Carbonaro

Ci si avvia verso la stagione degli stage estivi per gli studi legali, ma quello che sembra cambiato rispetto al passato è la difficoltà nell’intercettare i giovani talenti per le law firm che non solo mettono in campo il periodo di formazione on the job, ma predispongono borse di studio, sessioni di career day, attività di job posting sui social come LinkedIn per individuare le nuove leve.

Vediamo quindi da vicino alcune iniziative.

Ogni anno presso Advant Nctm entrano una trentina di praticanti che contribuiscono alla crescita dello studio ma anche alla sostituzione di quanti, una decina circa, decidono di percorrere altre strade. Per individuare i giovani interessati alla professione Advant ha predisposto diverse iniziative. A cominciare da un programma di sei borse di studio con un sostegno economico per gli studenti iscritti al corso di laurea in giurisprudenza in alcune università milanesi. Una iniziativa che verrà attivata anche coinvolgendo gli atenei romani. Sono sempre aperti, poi, gli stage curriculari indirizzati agli universitari tra il terzo e il quarto anno, che consentono di anticipare il tirocinio mentre ancora si sta completando il percorso universitario.

«Lo studio legale deve chiedersi cosa cercano i giovani di talento – commenta il responsabile Hr di Advant Nctm e dell’accademy interna, il professore e avvocato Christian Romeo – ci siamo interrogati sulla fuga dalla professione legale. Dietro al problema del recruiting c’è un tema relativo al tessuto sociale: servono sempre più talenti, ma i giovani hanno bisogno di un progetto a cui aderire, la visione di un percorso». Nella sua veste anche di professore universitario, e non solo di partner dello studio, Romeo rileva che rappresenta una seria concorrenza l’ufficio legale di un’azienda, che una volta era considerato un piano B e invece adesso è un’alternativa, sia per la presenza di ottimi professionisti, sia per la stabilità del percorso professionale.

La Scala Società Tra Avvocati ha rinnovato anche nel 2023 il suo Youth Programme giunto alla quarta edizione e dedicato ai giovani talenti con una predilezione per le materie bancarie e finanziarie.

Il programma si rivolge a 20 neolaureati in giurisprudenza interessati a un percorso di approfondimento sul diritto bancario. Il progetto porterà i quattro più meritevoli a un inserimento nello studio. Accanto a questa iniziativa lo studio individua i giovani attraverso attività di career day ma anche job posting e stage per universitari al quarto anno. «Quello che riscontriamo – commenta Marco Pesenti, senior partner di La Scala – è una maggiore difficoltà nel trovare i talenti su tutti i fronti, anche per contabili o informatici. Dal confronto con gli head hunter sembra ci sia una crisi di vocazione in tutte le direzioni. Non si riesce a cogliere il punto di incontro e si è molto attenuato persino il fenomeno migratorio che portava i giovani più bravi dal Sud al Nord».

Presso Lexia Avvocati spesso vengono accolti non i neolaureati, ma giovani dopo un anno che si sono laureati. «È difficile trovarli con le idee chiare – spiega l’avvocato Alessandro Dagnino, socio fondatore e managing partner dello studio – Noi attuiamo diverse iniziative per attrarre i giovani. Quello che ci sembra cerchino è soprattutto uno studio organizzato con una struttura in cui sia chiaro il percorso di carriera interno e quale progressione si può fare».

Diversa e pensata per dare opportunità di realizzazione individuale ai giovani di talento provenienti dalle aree più fragili di Milano l’iniziativa messa in campo da Gattai, Minoli, Partners. Lo studio ha varato un programma di inclusione sociale e lavorativa con cui individuare ogni anno nelle scuole superiori del capoluogo lombardo quattro ragazzi, che sarebbero costretti a lavorare anziché proseguire il percorso di studi per sostenerli economicamente durante il corso di laurea in giurisprudenza.

Lo studio, che non rileva problemi di reclutamento, ha voluto attuare questa iniziativa per affermare un ruolo sociale e nella speranza di diventare apripista. Al riguardo Bruno Gattai, managing partner dello studio, commenta: «Siamo convinti che questa iniziativa favorirà, all’interno dello studio, la diversità e lo scambio di opinioni arricchendo la qualità tramite il confronto con una pluralità di prospettive e che ciò vada a vantaggio anche dei nostri clienti».

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