Tribunale Unificato dei Brevetti: Italia al centro del contenzioso brevettuale europeo
Capobianco: “Per le Pmi italiane si apre un mercato tutelato di oltre 300 milioni di persone” Gabriele Cuonzo: “Opportunitࠤa 12000 miliardi di Pil, ma dobbiamo impegnarci per farlo conoscere alle imprese”
Più preparate a rispondere in materia di brevetto unitario, divenuto “pratica corrente”, meno informate in materia di Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB), ma desiderose di saperne di più per poterlo utilizzare nel prossimo futuro. È uno spaccato di conoscenza tra luci e ombre quello che emerge da un’ampia indagine di mercato fra le piccole e medie imprese innovative italiane promossa dallo studio legale Trevisan & Cuonzo sul tema brevetti, e realizzata dalla società Metrica Ricerche. Tema che è stato anche occasione di approfondimento nell’evento “Il TUB all’avvio della Divisione Centrale di Milano: una sfida per le PMI”, organizzato da Conflavoro e moderato dalla giornalista Nathania Zevi, tenutosi oggi a Roma presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’intervento del ministro Adolfo Urso. Oltre a tecnici e giudici di settore, sono intervenuti, portando l’esperienza delle rispettive aziende in ambito di proprietà intellettuale, Nicola Rossi Head of Innovation di Enel, Marco Pietrucci Head of Innovation di Terna, Roberto Magnifico partner di LVenture Group e Luiss EnLabs e Fabio Todeschini Ceo e Founder di Blubrake. L’indagine è stata una sorta di “bussola” che ha indicato che occorre investire in informazione sul “nuovo”. Infatti, circa il 96% dei responsabili di Uffici Legali e Management delle imprese italiane intervistate ha sentito parlare di brevetto unitario e TUB, a fronte di un solo 19% che li conosce bene entrambi e del 60% che dichiara di non conoscerne in maniera approfondita i meccanismi di funzionamento. In generale una azienda su due, è propensa all’utilizzo nel prossimo futuro del solo brevetto unitario come strumento di tutela, contro un 35% di aziende che invece dichiara di avere intenzione di depositare sia brevetti unitari che brevetti tradizionali, a seconda dei casi. Il TUB, invece, viene citato spontaneamente dal 65% degli intervistati che lo riconoscono quale organo giurisdizionale alternativo rispetto ai tribunali nazionali per le controversie brevettuali. Oltre il 98% delle imprese ha espresso un giudizio positivo sulla maggiore velocità del TUB nell’emanazione dei provvedimenti con un largo distacco rispetto ad altri vantaggi potenzialmente citati. Emerge tuttavia, nell’80% dei casi, una scarsa conoscenza della recente apertura della Divisione Centrale del TUB a Milano, che solo il 14% percepisce come un “valore” molto positivo per il territorio, la Lombardia in particolare. Dati che rilevano la necessità di una maggiore sensibilizzazione fra gli operatori del settore e i diretti interessati.
L’indagine sul TUB e sul Brevetto unitario
Per avere una visione quanto più veritiera dello “stato dell’arte”, è stato coinvolto nell’indagine un campione rappresentativo di 200 imprese italiane titolari di almeno un brevetto (84,5%) in diversi settori merceologici, quali alimentare (28,0%), abbigliamento (18,5%), farmaceutico (11,5%), elettronico (9,5%) e metalmeccanico (7,5%), con un fatturato annuo tra 10 e 50 milioni di euro. Sono state coinvolte nell’indagine anche imprese che commercializzano prodotti brevettati (92,5%) o che intendono tutelare nei prossimi due anni almeno un prodotto con un brevetto (27,0%) o che sono state coinvolte in controversie in materia brevettuale (9%).
Omogenea la distribuzione sull’intero territorio nazionale, 58% al Nord Italia e 42,0% al Centro-Sud Italia, di cui il 22,5% operante solo a livello nazionale, il 76,0% in Italia e in Europa, l’1,5% anche nel resto del mondo. La ricerca ha rivelato che tali aziende in più della metà dei casi (56,5%) sono dotate di personale interno in grado di interagire efficacemente con professionisti stranieri in tema di brevetti.
L’indagine illustrata nel corso dell’evento, anche alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, è stata lo “starting point” per esponenti politici, istituzioni, personalità del settore, esponenti dell’amministrazione pubblica, dell’imprenditoria, giudici, avvocati, industriali e il mondo delle imprese per un fruttuoso confronto sull’innovazione normativa, tecnica e legislativa del brevetto unitario e del Tribunale Unificato dei Brevetti, su aspetti di governance, di contenzioso, di opportunità e sfide offerte dal TUB, soprattutto per le piccole e medie imprese, l’ossatura del sistema economico del nostro Paese. Il TUB, entrato in vigore dal 1° giugno 2023, con una sede della Divisione Locale anche a Milano, rappresenta il coronamento del progetto intorno al brevetto unitario, voluto dall’Europa fin dal 2012 per rendere il sistema brevettuale più facile, economicamente meno oneroso e più efficiente, in particolare per le piccole e medie imprese, in tutti i paesi membri dell’Unione. Il TUB avrà un peso specifico, politico-economico, sempre maggiore per l’Italia, venendo oggi a domiciliarsi nel capoluogo lombardo una delle tre sedi della Divisione Centrale, a fianco di quelle di Parigi e Monaco. Scelta che rafforza, consolida e conferma il ruolo di Milano “capitale” della proprietà intellettuale. Grazie al TUB, le aziende con sede nei 17 Paesi che hanno ratificato l’accordo potranno godere automaticamente di una maggiore tutela, cioè senza oneri e costi aggiuntivi.
“Con il TUB a Milano l’Italia diventa punto di riferimento del nuovo sistema brevettuale. Solo nel 2023 –
evidenzia Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro – le nostre aziende hanno depositato 5.053 domande di brevetto presso l’EPO, l’Ufficio Europeo dei Brevetti. Si tratta del numero più alto di sempre, il 3,8% in più rispetto all’anno precedente, che triplica la crescita media europea ferma all’1,4%. Parliamo del 38% di domande in più in un solo decennio per l’Italia. Se poi guardiamo ai numeri dell’Ufficio
Italiano Brevetti e Marchi, nel 2023 vi sono stati oltre 37.000 provvedimenti emessi, di cui 8.221 brevetti concessi per invenzione industriale. L’impresa italiana vive così un nuovo Rinascimento: oggi non ci sono Da
Vinci o Fermi, ma abbiamo l’azienda che crea una innovativa scarpa anti infortunistica che salva la vita, abbiamo l’impresa che brevetta un nuovo carrello elevatore che fattura 500 milioni e che quindi può assumere e creare nuova economia, che può aiutare la società intera. Questo è il Genio Italiano, questo è il
Made in Italy e potremo tutelarlo più facilmente con il TUB e il brevetto unitario”. “La riforma del Brevetto Unitario e del Tribunale Unificato dei Brevetti ha cambiato radicalmente il sistema brevettuale in Europa – commenta l’avv. Gabriele Cuonzo, Managing Partner dello studio Trevisan & Cuonzo – Le PMI italiane, che compongono il tessuto industriale del nostro Paese, devono cogliere le potenzialità di questo strumento, ancora non conosciuto appieno, per aumentare la propria competitività in Europa e tutelare l’innovazione in maniera efficiente e strategica. TUB e brevetto unitario rappresentano un asset fondamentale per quelle PMI italiane che decideranno di cogliere la sfida dell’innovazione, consentendo una tutela estesa ad un mercato di oltre 300 milioni di persone, con un PIL di oltre 12000 miliardi di euro. Non è stato facile per Milano, e l’Italia, ottenere la terza sezione Centrale del TUB, ma anche grazie al prezioso contributo delle nostre istituzioni possiamo dire con orgoglio di essere ormai al centro del contenzioso brevettuale europeo.” L’evento è stato organizzato con il supporto di Trevisan & Cuonzo, knowledge partner di Conflavoro per questa iniziativa.