Penale

Giustizia penale, un futuro “sbiadito” per gli affari legali

di Elena Pasquini


Aumentano le pendenze, diminuiscono le iscrizioni. L'orizzonte della giustizia penale sembra stringere i legacci del mercato, con segni meno che la fanno da padrone presso i tribunali e le Corti d'appello. E se il dato è incoraggiante per il futuro delle pendenze nei gradi successivi di giudizio, l'impatto dei numeri sulla professione legale suggerisce una strada necessariamente differente anche sul versante penale.

Una funzione dell'avvocatura che il ministro della Giustizia Orlando ha inquadrato come preventiva, alternativa e integrativa dei tradizionali meccanismi giurisdizionali nel suo intervento sull'amministrazione della giustizia nel 2014 presso la Camera dei deputati lo scorso 19 gennaio. Una funzione in fieri orientata verso una scommessa: quella della collaborazione avvocati/giudici.

Molti i motivi alla base di questo mutamento professionale, tra cui certamente non può dirsi avulsa la quota di pendenze nei vari livelli di giurisdizione, con carichi che nel settore penale registrano 30.544 pendenze in Cassazione (+6,3% sul 2013), 263.911 nelle Corti d'appello (+1,4% sul 2013) e 1.320.484 in primo grado.
In una prospettiva a medio/lungo termine, però, la situazione potrebbe cambiare. Nella relazione del primo Presidente della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce, i numeri raccontano di una flessione delle nuove iscrizioni, rilevante soprattutto nelle Corti d'appello. Se nei tribunali, infatti, il confronto 2014 su 2013 fa segnare un -2,4% di procedimenti portati all'attenzione dei giudici, i n secondo grado la flessione raggiunge il 10,6%.

L'onda degli andamenti nel corso del tempo - In considerazione del naturale svolgersi dei procedimenti, è naturale prevedere che l'onda raggiunga anche il giudizio di legittimità aiutando a “corrodere” la massa delle pendenze che ancora oggi rappresenta un cruccio all'interno della ragionevole durata del processo. «Il numero complessivo di procedimenti penali pendenti presso gli Uffici giudiziari - si legge nella relazione sull'amministrazione della Giustizia nell'anno 2014 del primo presidente - si conferma ancora in aumento del 1,7% nell'ultimo anno giudiziario, con un volume complessivo pari a 3.521.705 procedimenti». Nel mezzo, tra iscrizioni in calo e pendenze in aumento, le definizioni rispetto ai nuovi processi che spiega l'incremento delle pendenze nazionali.

Per definire un procedimento in Cassazione si aspettano tra i 7 e gli 11 mesi (considerando anche i tempi di deposito), mentre aumentano in tutti i gradi le tempistiche: in tribunale rispetto al 2013 si aspettano “solo” 15 giorni in più; dal giudice di pace si aggiunge un mese; in appello la media aumenta a dismisura e i giorni in più toccano quota 73 che si sommano agli oltre due anni di durata media nel 2013.
Dati che fanno pensare soprattutto in relazione all'aumento dell'estinzione dei reati per prescrizione, con un possibile incremento nell'immediato di processi definiti “per prescrizione” in considerazione degli interventi normativi sul sistema sanzionatorio in materia di stupefacenti, posta la mancanza di una norma transitoria. «Nel periodo 1° luglio 2013-30 giugno 2014 - scrive Santacroce nella sua relazione - il numero delle sentenze di prescrizione è aumentato sensibilmente presso le Corti di appello (+22,8%) ed è in misura rilevante aumentato il numero dei decreti di archiviazione emessi per prescrizione nei procedimenti contro noti (+7,3%, da 66.378 a 71.247). Un dato impressionante è quello relativo al numero delle dichiarazioni di estinzione per prescrizione dei reati nel decennio 2004-2013: 1.552.435», si legge nella relazione.

Strade alternative: l'istituto della messa alla prova - Per rispondere alla richiesta di “giustizia”, prendono piede le misure alternative utili all'adeguamento del nostro sistema processuale. Tra queste si segnala l'entrata in vigore dell'istituto della messa alla prova dell'imputato: al 31 dicembre 2014 pendono 6.784 indagini per valutare la messa alla prova e sono stati adottati 503 provvedimenti.
Al momento sono 11 i protocolli operativi con altrettante regioni per l'accesso alle misure alternative alla detenzione per i tossicodipendenti e per potenziare i percorsi di inclusione sociale e di reinserimento, con alcuni riflessi sugli elementi di sofferenza del sistema carcerario rilevabili dai dati su suicidi e decessi in costanza di detenzione, in calo. Oltre alle rilevazioni sui provvedimenti adottati nel 2014 in materia di semilibertà (745), detenzione domiciliare (9.543), libertà vigilata (3.373), libertà controllata (168), semidetenzione (6), Santacroce ha infatti riportato nella sua relazione un incremento di oltre 1.600 provvedimenti di misure alternative alla carcerazione.

Le cifre della giustizia penale 2015

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