Professione e Mercato

Diritti IP e futuro della Cultura Patrimonio da difendere, anche in aula

Ha avuto un alto valore simbolico il webinar che si è tenuto venerdì 23 ottobre sul tema dei «Diritti IP e il futuro della cultura», organizzato dall'Università di Parma per la ventesima edizione dell'annuale Convegno Nazionale sul diritto industriale e la proprietà intellettuale (nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Scienze Giuridiche delle Università di Parma, Modena e Reggio Emilia). Dalla Capitale della Cultura 2020-2021 è partita la riflessione sui meccanismi di protezione giudiziaria del patrimonio culturale pubblico e privato, della proprietà dei beni e della loro conservazione.


Ha avuto un alto valore simbolico il webinar che si è tenuto venerdì 23 ottobre sul tema dei «Diritti IP e il futuro della cultura», organizzato dall'Università di Parma per la ventesima edizione dell'annuale Convegno Nazionale sul diritto industriale e la proprietà intellettuale (nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Scienze Giuridiche delle Università di Parma, Modena e Reggio Emilia). Dalla Capitale della Cultura 2020-2021 è partita la riflessione sui meccanismi di protezione giudiziaria del patrimonio culturale pubblico e privato, della proprietà dei beni e della loro conservazione.

Su questo tema si è concentrato l'intervento di Marina Tavassi, già presidente della Corte d'Appello di Milano, uno tra i magistrati più preparati sul tema. Il punto di partenza, per quanto riguarda le best practices, è che per affrontare l'argomento sul fronte di leggi e regolamenti è necessario avere esperienza, e per avere esperienza vuol dire trattare un numero sufficientemente elevato di cause da guadagnare competenze certe.

È per questo che Tavassi ha criticato il gran numero di sezioni specializzate in proprietà intellettuale: «O ra le sezioni specializzate sono 20, ma almeno 15 di queste non sono poi così esperte – ha spiegato la dottoressa – la maggior parte dei processi in questo senso sono stati affrontati a Milano, Roma, Napoli, dove c'è una rilevante casistica anche in tema di antitrust, disciplina "sorella" di quella che si occupa di tutela giuridica dei beni culturali ».

Uno degli esempi esposti durante la relazione di Tavassi è il contenzioso tra Rcs Mediagroup e gli eredi dell'illustratore Giorgio De Gaspari, artista che ha lavorato per il Corriere della Sera negli anni '50 e che lasciò al giornale 1200 disegni. Ebbene furono gli eredi a chiedere, in tempi piuttosto recenti, di ottenere la restituzione delle opere. Rcs ha resistito e il giudice ha dato ragione all'azienda editoriale, la quale aveva diritto a tenere le opere per usucapione: era passato troppo tempo per poter pretenderne la restituzione. Altro caso citato è quello di alcune opere ispirate a Giacometti esposte nella Galleria Prada.

In questa circostanza fu la Fondazione Giacometti a citare la galleria. All'esito del processo, ha ricordato ancora Tavassi, è stato riconosciuto all'artista americano che aveva riprodotto le opere il diritto ad esporre: non si trattava di plagio ma di una rivisitazione personale e critica dell'opera. A rendere tutto più complicato, in tema di plagio e diritto di autore, è l'avvento di internet. Ma anche qui, ha ricordato ancora l'illustre magistrato, la legislazione è corsa ai ripari, da un lato responsabilizzando i provider, che vengono ritenuti responsabili del caricamento di immagini o opere letterarie contraffatte o rubate, dall'altro identificando il giudice naturale nei tribunali dei luoghi in cui l'oggetto di plagio viene postato.

Anche la relazione del professor Cesare Galli dell'Università di Parma, tra i principali esperti in campo internazionale nella tutela della proprietà industriale, ha riportato casi concreti che hanno avuto l'obiettivo di mostrare come il dibattito sulla proprietà intellettuale dei nostri beni culturali si ripercuota anche sulla nostra vita quotidiana. Le fotografie ai musei, per esempio, si possono fare senza incorrere in denunce? La risposta è sì, a patto che non se ne faccia uso ai fini di lucro.

Stessa attenzione meritano le tante eccellenze enogastronomiche del nostro Paese che, a detta del professor Galli nella sua condivisibile evidenza, vanno difese e valorizzate. «Il valore economico della cultura è sempre più rilevante – ha spiegato Galli – serve una collaborazione tra enti nazionali e locali che abbia una visione strategica affinché la cultura del nostro Paese diventi un valore condiviso al quale tutti i cittadini imprenditori istituzioni possano collaborare». Il tema, più volto sottolineato da Galli nella sua relazione, è che la valorizzazione dell'immagine culturale di una Nazione come la nostra sia un insostituibile volano alla reputazione delle imprese italiane all'estero.

Il Convegno, svoltosi interamente online a causa dell'emergenza sanitaria in corso, è stato promosso in collaborazione con l'Unione Parmense degli Industriali, la Camera di Commercio di Parma, lo studio di comunicazione The Skill, F.I.C.P.I (Collegio Italiano dei Consulenti in Proprietà Industriale), A.I.C.I.P.I (Associazione Italiana dei Consulenti ed Esperti in Proprietà Industriale di Enti e Imprese), L.E.S Italia, S.I.C.P.I. (Sindacato nazionale dei Consulenti in proprietà intellettuale), A.I.P.P.I (Associazione Internazionale per la Protezione della Proprietà Intellettuale) e INDICAM (Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione).

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