Professione e Mercato

Reati d'impresa, in pandemia si amplifica il fenomeno della corruzione su scala mondiale: Italia al 52° posto

A 20 anni dalla promulgazione del Decreto Legislativo n. 231/2001 le azioni di controllo e prevenzione degli illeciti, soprattutto nelle imprese, diventa sempre più centrale

Gli ultimi grandi processi, che hanno coinvolto imprese e istituti bancari, hanno richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema della responsabilità amministrativa aziendale per fatti di reato e di ciò che può e deve essere fatto anche all'interno dell'impresa, per tutelare l'impresa stessa, i dipendenti e tutti gli stakeholder interni ed esterni da comportamenti illeciti dell'imprenditore, dei manager o dei dipendenti.

La pandemia ha determinato in tutto il mondo il rischio di un aumento dei reati da parte delle imprese, soprattutto per via dell'attuazione di procedure d'emergenza, che hanno inevitabilmente comportato un depotenziamento della azione di prevenzione e controllo.

L'aumento esponenziale della spesa pubblica sanitaria ha favorito i fenomeni corruttivi e l'aggiramento delle procedure di controllo e garanzia.

A crescere, ad esempio, è anche il fenomeno della corruzione, tanto che secondo dati di Transparency International, se la Danimarca è al 1° posto per basso livello di corruzione, l'Italia si colloca al 52° su una scala di 180 Paesi del mondo.

Di qui, il tema sempre più centrale della compliance aziendale su cui l'AODV231 (Associazione dei Componenti degli Organismi di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001, Associazione senza fini di lucro fondata nel 2008) intende focalizzare la propria attenzione nei prossimi mesi.

Il dibattito sul ruolo degli Organismi di Vigilanza (OdV), sulla loro collocazione all'interno dell'organizzazione aziendale, sul fatto che possano effettivamente concorrere nel funzionamento dei Modelli di organizzazione e gestione, migliorare la trasparenza, aumentare l'efficacia degli strumenti di compliance, è in piena evoluzione.

Come dichiara la Presidente di AODV231, Mara Chilosi, "se dobbiamo fare un bilancio a 20 anni dall'introduzione della disciplina, rileviamo che sono ancora poche le imprese – specie nel Mezzogiorno - che si dotano di Organismi di Vigilanza e che, nell'applicazione giurisprudenziale, i reati in materia ambientale e di sicurezza sul lavoro sono quelli più diffusi".Tra le sentenze che animano il dibattito sul ruolo della vigilanza ci sono quelle recenti su Mps e sulla Banca Popolare di Vicenza e quella su Impregilo del 2013. "Ma possiamo pensare – conclude l'Avv. Chilosi – anche a vicende giudiziarie in essere, su fatti di cronaca, come la tragedia del Mottarone, che inevitabilmente chiama in causa il ruolo degli strumenti organizzativi e di vigilanza a tutti i livelli all'interno di un'impresa".

L'attività degli Organismi di Vigilanza in periodo di pandemia ha assunto particolare rilevanza anche per quanto riguarda l'attuazione di tutte le buone pratiche e delle misure previste dai protocolli condivisi volte a prevenire il contagio in azienda e vigilare sul rafforzamento dei presidi per la prevenzione di tutti quelli che vengono definiti "rischi indiretti" della situazione emergenziale.

In quest'ottica, l'AODV231, sin dalla prima fase emergenziale, ha emanato un position paper (a firma del Presidente Onorario Avv. Bruno Giuffrè e del Consigliere Avv. Andrea Milani), volto a fornire indicazioni operative agli Organismi di Vigilanza per fronteggiare al meglio, per quanto di competenza, i temi connessi alla pandemia; tale documento, già revisionato in prima battuta nel maggio 2020, è stato ulteriormente rivisto ad inizio luglio 2021.

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