Penale

Non scatta nullità per la mancata nomina del difensore d'ufficio se non viene inciso il diritto di difesa

Il superamento del termine da parte dell'avvocato nominato dal giudice non rileva potendo l'imputato appellare personalmente

di Paola Rossi

Se l'avviso di deposito della sentenza di primo grado viene comunicato al difensore di fiducia che è già stato revocato dal cliente e il giudice non nomina tempestivamente un avvocato d'ufficio i seguenti atti processuali sono nulli - secondo l'orientamento prescelto dalla Cassazione - solo se c'è stata una lesione nell'esercizio legittimo del diritto di difesa dell'imputato.
Non può perciò invocare tale nullità chi, condannato in primo grado - e assistito dal difensore d'ufficio nominato non tempestivamente dal giudice - si vede respingere, per superamento dei termini, l'atto di appello che avrebbe comunque potuto presentare personalmente.

Tra l'altro - fa notare la Cassazione - la revoca dell'avvocato è equiparata alla rinuncia del mandato difensivo, nel senso che dispiega i suoi effetti solo con la nomina del nuovo difensore. Per cui, anche nel caso di ritardata nomina del difensore d'ufficio da parte del giudice, il professionista revocato ben poteva in pendenza del termine, e fino alla nomina del nuovo difensore, provvedere a iniziative idonee a evitare il superamento del termine decadenziale.

In base a tali rilievi la sentenza n. 34387/2022 della Corte di cassazione ha rigettato il ricorso contro la sentenza di secondo grado che aveva dichiarato tardivo l'appello, in quanto il diritto di difesa poteva essere esercitato direttamente dallo stesso imputato, che lamentava come causa di nullità l'intempestiva nomina del difensore d'ufficio.

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