Giustizia

Cartabia conferma il doppio orale per l'esame d'Avvocato 2021 - Aiga: allarme esodo dalla professione

L'annuncio in una lettera di saluti al Congresso dell'Aiga in corso a Roma per il rinnovo degli organi di vertici

di Francesco Machina Grifeo

Si è aperto ieri a Roma e si concluderà domani, sabato 2 ottobre, con l'elezione dei nuovi vertici, il Congresso nazionale dell'Aiga dal titolo: "Ricostruire il presente progettando il futuro". È infatti arrivato a scadenza e non potrà più essere rinnovato il mandato dell'attuale presidente Antonio De Angelis.

Intervenendo con un messaggio, la Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha annunciato che anche per la sessione 2021, l'esame di avvocato si svolgerà con la formula del doppio orale. "L'esame per l'accesso alla professione forense – ha ricordato la Ministra - è stato tra i miei primi impegni all'arrivo a Via Arenula. Era chiaro che non potevamo lasciare migliaia di giovani nel limbo. Abbiamo studiato una modalità alternativa per permettere di sostenere le prove nel rispetto delle misure di sicurezza necessarie. La prova ha funzionato". "E siccome lo stato di emergenza aperto dalla pandemia non può ancora considerarsi superato, benché le condizioni siano migliorate rispetto ai mesi scorsi, anche per la prossima sessione del 2021 abbiamo confermato le stesse modalità, senza le prove scritte e con un doppio orale".

"Non possiamo – ha aggiunto - correre il rischio di nuovi contagi assembrando migliaia di persone nello stesso luogo". "Del resto, il doppio orale ci ha permesso di recuperare i ritardi accumulati nel 2020. Ad oggi possiamo infatti dire che oltre il 90% dei candidati ha sostenuto la prima prova orale che si dovrebbe concludere entro la fine dell'anno".

E sulla riproposizione dell'esame nella sua forma più snella è tornata anche la sottosegretaria alla Giustizia, Anna Macina (esponente del M5S): "La decisione - ha detto - nasce dalla necessità di poter assicurare senza ritardi l'esame a migliaia di aspiranti avvocati e in totale sicurezza".

Una conferma salutata con favore dai praticanti che però già chiedono dei correttivi. "È fondamentale – si legge in una nota dell'Upa - che i quesiti vengano centralizzati e la redazione venga affidata alla Commissione Centrale presso il Ministero con l'ausilio del Cnf". "Lo scopo - spiega la Presidente Claudia Majolo - è che le tracce siano omogenee in tutto il territorio nazionale, in modo da evitare disparità tra le Corti". Ancora, continua Majolo, occorre eliminare l'obbligo del "doppio sostanziale" alla seconda prova per chi porta diritto amministrativo alla prima. I praticanti poi chiedono poi il via libera all'uso dei codici commentati per l'intera prova. Ed uno "stop generale" di almeno 30 giorni tra la prima e la seconda prova. Oltre a un minimo di 30 giorni tra la convocazione e la prova. Infine, nelle Sottocommissioni dovranno essere sempre presenti un avvocato, un magistrato e un docente universitario.

La Ministra Cartabia ha poi ribadito che i giovani "sono al centro anche del grande piano di riforma della giustizia", ed ha ricordato la "pioggia di candidature" per l'Ufficio del processo: oltre 67.000 domande per 8171 posti, che certo "potrebbero anche nascondere la condizione di avvocati in difficoltà, del resto questo è un momento di crisi, ma l'Udp contiene una profonda innovazione che io confido possa essere stabilizzata anche oltre l'orizzonte del PNRR aprendo ulteriori chance e gettando un ponte tra le generazioni".

Intervenendo per un breve saluto, la Relazione si terrà sabato, il Presidente De Angelis ha richiamato il tema dell'abbandono della professione: "Sono tanti i giovani avvocati che in questi mesi si stanno cancellando dall'albo, migliaia. Nella migliore delle ipotesi lo fanno perchè hanno vinto un concorso, ma soprattutto perchè non riescono piu a sostenere le spese che la libera professione impone". De Angelis ha poi richiamato la politica a portare a termine le riforme che sono attese soprattutto dagli avvocati più giovani. "Non possiamo non apprezzare l'enorme sforzo riformatore della ministra Cartabia e del governo, che è sotto gli occhi di tutti". Ma ancora "tanto deve essere fatto: ci sono riforme che riguardano la nostra professione e che devono trovare piena efficacia". L'elenco è lungo e dentro ci sono: il nodo dell'equo compenso ("a luglio luglio eravamo a pochi metri dal traguardo"), la monocommittenza, la riforma dell'esame di abilitazione e le specializzazioni ("una grande opportunità per tutta l'avvocatura, è importante che i decreti attuativi trovino la luce").

Positivo il giudizio sulla nuova stagione inaugura da Cartabia anche da parte del presidente dell'Ordine degli avvocati di Roma, Antonino Galletti. "Con la ministra, al di là del giudizio sulle riforme, su cui sono possibili miglioramenti, abbiamo fatto un grande passo avanti dal punto di vista della garanzia dei diritti. C'è un terreno comune di confronto, che è una buona base di partenza rispetto al giustizialismo dei ministri precedenti. Le aperture al dialogo vanno sfruttate per ottenere il massimo". "Ci sono i primi segnali di ripartenza. Bisogna vigilare perché le risorse in campo siano spese al meglio", ha concluso.

Infine, il vice presidente del Csm, Davide Ermini, ha sottolineato: "Da tempo ormai, da almeno due anni, sollecito la riforma del Consiglio superiore e dell'ordinamento giudiziario. Nelle prossime settimane il governo dovrebbe formalizzare le sue proposte. Il mio auspicio è che la nuova legge elettorale per i togati favorisca la rigenerazione valoriale dell'associazionismo giudiziario e l'abbandono di pratiche di potere. Le correnti riflettono le plurime sfaccettature culturali della magistratura ed è sano che esistano, ma la loro influenza deve fermarsi sulla soglia del Consiglio superiore".

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