Giustizia

Avvocati e magistrati: siglato il protocollo d'intesa sul processo in Cassazione

Il documento analizza le buone prassi per la redazione degli atti, il rito camerale unificato, la decisione accelerata dei ricorsi e la digitalizzazione alla luce delle novità della riforma Cartabia

di Marina Crisafi

E' stato siglato il 1° marzo 2023 il nuovo Protocollo d'intesa tra la Cassazione, la Procura Generale della Cassazione, l'Avvocatura Generale dello Stato e il Consiglio Nazionale Forense, avente ad oggetto le prassi da seguire in materia di processo civile e, in particolare, sulla redazione degli atti processuali, il rito camerale unificato, il procedimento per la decisione accelerata dei ricorsi ex articolo 380-bis c.p.c. e la digitalizzazione. Un aggiornamento, scrive la Suprema Corte, che si è reso necessario alla luce delle novità importanti apportate al processo civile in Cassazione dalla riforma Cartabia.

Il protocollo unico sul processo civile in Cassazione
La sottoscrizione di un protocollo unico è destinata a ricomprendere e superare tutti i protocolli siglati in passato, che cessano quindi di avere validità, al fine, si legge nella nota di piazza Cavour " di manifestare la volontà comune di costruire insieme una prassi organizzativa e un'interpretazione condivisa di alcune delle modifiche normative, nella convinzione che il modo più efficace per produrre il cambiamento culturale richiesto dalla riforma sia quello del pieno e fattivo coinvolgimento di tutti i soggetti del processo sui quali ricade la comune responsabilità di farlo funzionale, e che nessuna significativa modifica del modo di essere e funzionare della Corte di Cassazione può prescindere dal consenso e dal contributo della classe forense".
Quattro i capitoli fondamentali in cui è suddiviso il protocollo unico (regole redazionali degli atti processuali, disposizioni per il rito camerale unificato, procedimento per la decisione accelerata dei ricorsi ex art. 380 bis c.p.c.; digitalizzazione degli atti nei processi civili davanti alla Corte di Cassazione), oltre alla previsione della costituzione di un gruppo di lavoro per garantirne la piena attuazione ed aggiornamento e alla disposizione finale sull'abrogazione di tutti i precedenti protocolli sottoscritti dalle medesime parti in materia civile.
Vediamo nello specifico i quattro capitoli fondamentali.

Regole per la redazione degli atti processuali
In considerazione della codificazione del principio di chiarezza e sintesi degli
atti e provvedimenti, di cui al novellato articolo 121 c.p.c., il protocollo ribadisce le regole redazionali già previste dal protocollo siglato nel 2015, con le attualizzazioni imposte dalla obbligatorietà del processo civile telematico e l'adozione di un unico modulo redazionale dei ricorsi, "che ne definisca l'estensione e ne agevoli la comprensione, senza che l'eventuale mancato rispetto della regola sui limiti dimensionali comporti un'automatica sanzione di tipo processuale".
Nella pratica, i ricorsi dovranno essere redatti secondo lo schema strutturato, approvato e pubblicato sul PST inserendo tutta una serie di indicazioni (dati anagrafici delle parti, dati domiciliatario, dati parte intimata, estremi del provvedimento impugnato, valore della controversia, codice materia correlato ai fini della corretta assegnazione del ricorso alla sezione competente, ecc.); massimo dieci parole chiave che descrivano sinteticamente la materia oggetto del giudizio; la sintesi dei motivi, l'esposizione del fatto processuale e dei motivi di impugnazione, le conclusioni. Il tutto utilizzando caratteri e dimensioni che facilitino la lettura.
Analoghe le regole, ove compatibili, per i controricorsi e i ricorsi incidentali e viene fissato un massimo di 15 pagine per le memorie illustrative.
Oltre ai limiti dimensionali e delle indicazioni fornite, viene richiesto anche il rispetto del principio di specificità e localizzazione, il tutto non a pena di "inammissibilità o improcedibilità del ricorso", salvo che ciò non sia espressamente previsto dalla legge, ma comunque valutabile ai fini della liquidazione delle spese.

Disposizioni per il rito camerale unificato
Riguardo al rito camerale unificato, viene disposto che l'avviso di fissazione dell'udienza sarà redatto secondo il modello predisposto dall'ufficio secondo specifiche indicazioni.
Le conclusioni scritte formulate dal Procuratore Generale e trasmesse tramite PCT saranno rese disponibili alle parti sul PST e, inoltre, laddove un ricorso sia avviato alla trattazione camerale, le parti potranno richiedere motivatamente, nella memoria depositata a norma dell'articolo 380 bis.1, c.p.c. o con apposita istanza, che la trattazione avvenga invece in pubblica udienza indicando la questione di diritto di particolare rilevanza che, a loro avviso, giustifica la discussione pubblica.

Procedimento decisione accelerata dei ricorsi ex articolo 380-bis c.p.c.
In ordine alla sintetica proposta di definizione del giudizio ex articolo 380-bis c.p.c., "tenuto conto dell'esigenza manifestata dall'Avvocatura di una adeguata informazione circa le ragioni addotte" si legge nel protocollo, viene previsto che tale proposta debba indicare: "quanto alla prognosi di inammissibilità o di improcedibilità, a quale ipotesi si faccia riferimento; quanto alla prognosi di manifesta infondatezza, quali siano i precedenti giurisprudenziali di riferimento e le ragioni del giudizio prognostico sui motivi di ricorso, anche mediante una valutazione sintetica e complessiva degli stessi, ove ne ricorrano i presupposti".
La proposta sarà formulata secondo un modello informatizzato e verrà comunicata ai difensori con l'indicazione che entro 40 giorni la parte ricorrente (con istanza del difensore munito di una nuova procura speciale), può chiedere la decisione e che, in mancanza, il ricorso si intende rinunciato e la Corte provvederà ai sensi dell'articolo 391 c.p.c., nonché con l'avvertimento che, se entro il termine indicato al secondo comma la parte chiede la decisione, la Corte procederà ai sensi dell'articolo 380-bis.1 c.p.c.

Digitalizzazione degli atti nei processi civili davanti alla Cassazione
Infine, atteso l'altissimo numero di procedimenti pendenti introdotti nelle forme ordinarie e per favorire lo sviluppo del processo telematico, il protocollo evidenzia la necessità di veicolare gli atti processuali già depositati in modalità analogica dalle parti in via telematica tramite piattaforma PCT, in modo da renderli disponibili ai magistrati nell'apposito applicativo ministeriale (desk del magistrato) in uso presso le sezioni civili della Cassazione e della Procura Generale.
A tal fine, il protocollo detta le regole in materia di:
-Contenuto del provvedimento di fissazione dell'udienza;
-Modalità di deposito delle copie informatiche degli atti cartacei;
-Utilizzo della piattaforma del processo telematico per le memorie e le richieste dell'udienza cartolare.

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