Giustizia

Anno giudiziario, Nordio, autonomia e indipendenza magistratura pilastro democrazia

Pinelli (Csm): "Parleremo poco e lavoreremo tanto. Dovranno parlare i fatti". Salvato (PG Cassazione), magistrati non sono al di sopra delle leggi

di Francesco Machina Grifeo

"Autonomia e indipendenza della magistratura costituiscono un pilastro della nostra democrazia. Sono principi inderogabili che hanno accompagnato tutta la mia lunga attività professionale di magistrato. Se non avessi creduto e non credessi nella loro sacralità non avrei rivestito la toga come spero di aver fatto con dignità e onore". Lo ha detto il ministro della Giustizia Nordio intervenendo alla inaugurazione dell'anno giudiziario in corso in Cassazione. "Nel prossimo anno – ha proseguito - ci promettiamo di lavorare alacremente sulla legge delega per l'ordinamento giudiziario che costituirà un momento importante. Il governo cercherà di conciliare le doverose risposte alle richieste di tutela da parte dei cittadini con le garanzie proprie di uno stato di diritto. Salvo i casi più gravi infatti la doverosa esecuzione della pena deve costituire il presupposto per il ritorno alla vita civile del detenuto, e ci adopereremo per favorire il lavoro non solo nelle carceri ma anche al rientro nella società. Sono in atto interventi di riflessione per prevenire il fenomeno dei suicidi in carcere causa di intollerabile dolore".

In serata poi l'incontro con la premier Giorgia Meloni in cui viene esibita una piena sintonia resa da due foto diffuse anche al termine di un lungo colloquio. La premier blinda il Guardasigilli con cui definisce il perimetro degli interventi da fare per arrivare a quella "giustizia giusta", che passa per la "certezza del diritto" ma anche per la "certezza della pena". Per tutto però tempi, e modi, vanno ben calibrati. Concordati. Per evitare strappi, per non andare allo scontro con i magistrati cui il ministro, cambiando radicalmente i toni delle ultime settimane, tende il ramoscello d'ulivo del dialogo.

La separazione delle carriere, pallino di Forza Italia ma anche della Lega, che hanno annunciato propri disegni di legge dopo la fuga in avanti del Terzo Polo, insomma arriverà. Il tema certo non piace ai magistrati ma, come si ragiona nella maggioranza, è "una nuova fase storica". Non sarà però un singolo ddl a intervenire nel breve periodo ma quel "tagliando" più generale sulla giustizia che Meloni aveva annunciato già nella conferenza stampa di fine anno. Lì ci sarà spazio anche per mettere mano alle intercettazioni e farla finita, è il ragionamento che si fa nel governo, con le fughe di notizie e i processi sommari che "feriscono l'onorabilità sociale" di cittadini che poi magari risultano estranei a ogni imputazione.

Pinelli (Csm), parleremo poco e lavoreremo - "Sono, e siamo tutti, consapevoli della delicatezza della funzione che siamo chiamati a svolgere: garantire l'autonomia e l'indipendenza dell'ordine giudiziario, "pilastro – come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica – della nostra democrazia". Così il neo presidente del Consiglio superiore della magistratura Fabio Pinelli intervendo all'Inaugurazione dell'anno giudiziario in corso presso la Corte di cassazione. "Dobbiamo essere tutti consapevoli – ha proseguito - che è solo attraverso il quotidiano esercizio del reciproco e franco confronto all'interno dell'Organo di governo autonomo, con animo volto alla composizione di eventuali differenze ideali, che il Consiglio potrà esercitare con equilibrio i delicati compiti affidatigli dalla Costituzione. L'obiettivo sarà quello di trovare sempre una sintesi, nell'interesse esclusivo dei cittadini".

"Con questa consapevolezza, il Consiglio che muove oggi i suoi primi passi dovrà affrontare le sfide, numerose e complesse, del sistema giustizia, portando avanti al contempo l'ideale del magistrato che noi riteniamo debba essere perseguito: il magistrato che si distingua per il rigore professionale, per il riserbo in tutti i comportamenti, e per il rispetto della dignità delle persone. L'esercizio del potere giudiziario deve sempre compiersi nel rispetto della sottoposizione alla legge del magistrato e nella piena tutela della dignità della persona. Parleremo poco e lavoreremo tanto. Dovranno parlare i fatti. Credo ci sia bisogno, innanzitutto, di questo".

Salvato (PG Cassazione), magistrati non sono al di sopra delle leggi - "La responsabilità disciplinare costituisce l'interfaccia dell'indipendenza e dell'autonomia, costituzionalmente stabilite, ma che non pongono la magistratura «al di là dello Stato, quasi legibus soluta» ed è responsabilità verso l'ordinamento generale, minando i comportamenti devianti la fiducia dei cittadini, precondizione essenziale della funzione giudiziaria". Lo ha detto il Procuratore generale della Corte di cassazione Luigi Salvato . "La materia – ha aggiunto - sconta tuttavia equivoci, alimentati anche da un'erronea confusione tra responsabilità disciplinare, civile e violazione delle regole della professionalità. La responsabilità disciplinare è volta, infatti, a sanzionare la violazione dei doveri funzionali del magistrato e a irrogare una sanzione che incide esclusivamente sul rapporto di impiego. Non è, non può essere, strumento di garanzia della esattezza delle decisioni dei diritti lesi da provvedimenti e condotte non corretti, adeguatamente presidiati da rimedi giuridici diversi, neppure influenzati o condizionati da quello disciplinare".

"Anche per il grande impegno di tutte le Forze dell'ordine - ha proseguito -, alle quali va il nostro ringraziamento, sono stati conseguiti risultati di rilievo, tra l'altro, nel contrasto: alla violenza di genere, ma restano preoccupanti i dati statistici; alla criminalità organizzata, da ultimo con l'arresto del latitante Matteo Messina Denaro, grazie all'opera instancabile della Procura di Palermo e delle Forze dell'ordine e tuttavia le ‘mafie' non sono sparite e sono sempre pericolose. La rigorosa tutela dei diritti fondamentali non esclude poi l'esigenza di interrogarsi sul contenuto dei doveri verso la società e sulle condotte esigibili, in quanto espressive della consapevolezza degli stessi".

Riguardo poi gli orientamenti "concernenti la comunicazione relativa ai procedimenti penali, oggetto del Dlgs n. 188 del 2021", Salvato ha detto che si tratta di un "tema controverso, che implica un complesso bilanciamento del diritto all'informazione, cardine di democrazia nell'ordinamento generale e del diritto fondamentale alla presunzione di non colpevolezza, il quale richiede che tutti, non solo i magistrati, siano consapevoli della necessità di distinguere verità storica, giornalistica e giudiziaria e di ricordare che quest'ultima è solo quella raggiunta nell'osservanza del giusto processo di legge. Pretendere di sostituirla con le prime due significa, come è stato scritto, distruggere la base delle nostre libertà e quella «secolare conquista della civiltà giuridica secondo cui solamente all'esito di un giusto processo» si può essere definiti colpevoli".

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